LA FOTO DEL GIORNO DOPO

E’ quella che mostra anche i consiglieri regionali rappresentanti di questo territorio. Anche se un po’ sfocata fatta in controluce, presenta il grande Pangia, il piccolo D’Alete, l’imbiancato Bonomolo e il mediano Totaro.

Ci sono, esistono. A nessuno più è concesso di malignare che stanno in consiglio regionale a bivaccare.

Sono lì, insieme ai due creduloni, Giardino e Quici, giustamente incazzati con Iorio per come li ha trattati. Senza alcun rispetto e questo non è giusto per chi ha dimostrato fedeltà in tutto questo periodo, sulla scia della tradizione dei buoni amministratori di Larino, democristiani e non, che hanno avuto una spiccata e naturale predilezione per i forestieri.

La conseguenza è il vuoto di una classe dirigente che farà mancare il respiro alla vecchia capitale dei frentani.

Nessun problema: un giorno o l’altro questa nuova classe dirigente arriverà con i giovani che in questi giorni scalpitano dentro e, perché no, fuori del comitato pro ospedale. Ci sono i figli dei vecchi a perpetuare la vecchia politica del “volemose bene” facendo finta di litigare, tanto se non è oggi, domani, dicono, ci sarà qualcosa anche per me.

Intanto l’impressione, non solo nostra, che dà la foto, quella di ieri e quella di oggi, è che stanno piangendo il morto. Tante prefiche che stanno lì per aiutare i familiari a sopportare il dolore della perdita.

Che strana politica è quella dei Giardino e dei Quici: non hanno voluto ascoltare i consigli dei consiglieri di opposizione perché di centro sinistra e poi si vanno a raccomandare a Pangia, Totaro, Bonomolo e D’Alete che tutti sanno che siedono sui banchi del centro sinistra in consiglio regionale. Evidententemente perché non c’è posto altrove. Scusate la malignità, ma quando ci vuole, ci vuole.
Che strana politica è quella di chi non pensa, si affida ad altri più potenti ed è convinto che il potere, la filiera riesce a risolvere tutto. Ma quella che mostra la foto di oggi è una filiera storta, visto che da Iorio si salta a quelli che, sulla carta, sono i nemici di Iorio.

Sembra difficile capire, ma non è così. Quando i nodi vengono al pettine tutto è chiaro.

Non si vogliono rispettare i ruoli e le istituzioni; non si vogliono prendere in considerazione i consiglieri di opposizione; non si vuole discutere una proposta bene impostata nel metodo e nei contenuti, alla fine si finisce con il mostrare quello che si voleva nascondere: il consociativismo della classe politica di questo paese; il “volemose bene” facendo finta di litigare.

È così che muore l’ospedale; è così che muore il Molise; è così che Iorio svolge il ruolo di imperatore e non di governatore e che tutti gli zombi, dopo nove mesi, di colpo, saltano fuori.

Vi sembrerà strano, ma noi ci auguriamo sempre di sbagliare con queste nostre valutazioni della realtà che le foto ci mostrano. Ci auguriamo di vedere foto diverse per il bene di questa città.

Intanto, non rimanendo fermi, aspettiamo.
U fauneie

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