commento del giornalista Eustachio Cazzorla

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EUSTOPRESENTAZIONE - Ho conosciuto Pasquale Di Lena a "Piacere Molise" a fine ottobre scorso. La conoscevo di fama, come presidente dell'Enoteca italiana di Siena, ma conoscerlo di persona è stato davvero un onore. Mi ha aperto le porte alla vera molisanità, mi ha fatto conoscere un mondo di gusto espugnabile se solo si avesse il tempo per girarlo tutto. I latticini di Agnone, Capracotta, insaccati di giovani intraprendenti, ho assaggiato il rabarbaro, una chicca per chi ha il culto dell'amaro digestivo, senza nulla togliere al buon chinotto molisano e poi vado così a memoria, le dolci ostie di Agnone (non solo campane), tartufi molisani a iosa e la Tintilia. Ne ho bevuta tanta in quei giorni Tintilia, rosso di vigore con contrappunto delicatissimo, non sempre con la carica antocianica che si vorrebbe, dove il fruttato rosso e il floreale è inibito da sentori similspeziati, tipicamente varietali e tipici di un vitigno tutto molisano. Per questo unico. Da trattare con cura, attenzione, spirito d'innovazione quanto basta. Questa la Tintilia che mi ha emozionato, quella che con i tartufi ci va sempre bene, quella grintosa delle Catabbo, il Rotas-Sator di Vincenzo Cianfagna, ma anche la premiata (da Duemilavini 2009) di Cipressi, di D'Uva e poi ancora Flocco. Tintilia in tutte le versioni, che non lascia vie di mezzo (o piace o no). Tintilia di fra i primi ci ha creduto, come ci conferma Di Lena, Di Majo Norante. Tintilia della Valtappino di Campobasso. Tintilia del MOLISE da difendere. Basta leggere il messaggio qui di seguito.MESSAGGIO DA PASQUALE DI LENA - Abbiamo raccolto da più voci alcune notizie, non belle, riguardanti la Tintilia, il vino testimone assoluto del territorio molisano, quello che ha permesso, con il suo rilancio attraverso l'inserimento nella Doc "Molise", di dare quella identità, che non aveva mai avuto, la vitivinicoltura molisana e, con essa, il suo agroalimentare.
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DI LENA PER L’OLIVOTECA NAZIONALE

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