IL GRANDE VALORE DELLA BIODIVERSITA’ 75

Risale a qualche giorno fa la lettura di alcuni articoli riportati dall’inserto settimanale “Nòva” del quotidiano IlSole24Ore, riguardanti la biodiversità, la ricchezza in assoluto del genere umano che viene sprecata ogni giorno da una società che ha come motore principale il consumismo.
Un patrimonio irrinunciabile che non si può mettere in discussione, anche perché il giorno in cui uno decide di doverlo recuperare, o solo integrare, i costi per farlo diventano impossibili.
La verità è che ogni giorno che passa perdiamo un po’ di questo patrimonio e di questa perdita nessuno si preoccupa, nessuno piange, soprattutto chi (G 20 o G8) dovrebbe governare per difenderlo. Ma questa è gente che pensa a come dotare il mondo di centrali nucleari e, peggio, di scorie nucleari per non risolvere i problemi, ma per aggravarli, mettendoli tutti sulle spalle delle generazioni future. Ma se chi governa non pensa ad altro, che cosa fa l’opposizione? Perché non prende in mano queste questioni che sono globali e non ne fa la sua bandiera? Perché si lascia trascinare da questioni che non le riguardano, come per esempio le barzellette o le gaffe di un Presidente di un Paese che aveva cultura e dignità da regalare ad altri ed oggi, proprio per colpa di questo presidente, si trova in sofferenza?
Perché non si porta tutti a occuparsi e preoccuparsi della biodiversità, cioè del futuro di questa nostra terra e dei nostri figli? Per esempio, qui, in questo nostro Molise che, dicono, ha il più alto tasso di biodiversità e che questa ricchezza, nel momento in cui non è né conosciuta nè valutata, rischia di essere sprecata stupidamente da gente che non pensa o che non vuole pensare.
Sapendo che, lo diceva Adam Smith nel 1776, “ciò che è indispensabile, per esempio l’acqua o anche, l’aria, non ha un gran valore, mentre attribuiamo un valore grandissimo a ciò che non è necessariamente utile, per esempio i diamanti” Si dà il caso, però, che, oggi, oltre 250 anni dopo, l’economia non sa ancora conteggiare il valore delle risorse naturali.
Intanto la distruzione silenziosa dell’ambiente continua e non disturba nessuno e i costi sono inimmaginabili, da 3 a 5 trilioni di dollari l’anno. E’ nel silenzio che il nostro Pianeta, negli ultimi 300 anni, ha perso il 40% delle sue foreste e, negli ultimi 50 anni, metà delle sue regioni umide.
Con questo passo –dicono gli esperti- la distruzione dell’ambiente rischia di bruciare oltre il 60% del Pil mondiale; di far sparire il 70% delle specie vegetali e oltre 7.000 specie animali e di registrare la perdita del 60% delle barriere coralline a causa dell’inquinamento, della pesca intensiva e cambio delle specie resistenti. In questo modo 60 milioni di persone entro il 2020 saranno costrette ad emigrare dall’Africa Subsahariana verso l’Europa.
Non è una prospettiva bella quella che abbiamo raccontato, riportando i dati di un articolo di Guido Romeo, ma crediamo che come vento che viene dal sud abbiamo il dovere di farlo. Soprattutto per mettere in guardia quanti pensano di poter continuare a vivere con i ritmi e gli sprechi imposti da una società, che ha dimostrato, non da oggi, il suo fallimento e che ha bisogno di progetti, programmi e regole nuove per guardare con fiducia il futuro.

U faùneie

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