Pasquale di Lena e l'ospedale:intervista pubblicata da Nuovo Molise a firma di Mignogna


- Chiuse le feste di Pasqua si torna alla normalità con una primavera che arriva e se ne scappa, lasciando piogge che hanno caratterizzato i mesi passati. Mesi che hanno visto Larino impegnata nella difesa del suo ospedale e, dopo l’ultima manifestazione, del 14 marzo, cadere nel silenzio un dibattito che ha prodotto la perdita di pezzi dell’ospedale e la paura di una sua chiusura. Quale il tuo giudizio sulla situazione che vive il nostro ospedale?- Una grande preoccupazione per me, soprattutto per il tempo perso che rischia di pesare negativamente sul futuro del Vietri.Si pagheranno gli errori della amministrazione Giardino che si è guardata bene dal prendere iniziative affidandosi, prima alle promesse di Michele Iorio e, poi, quando ha preso atto che le cose stavano andando in una direzione del tutto opposta, quella della chiusura di reparti ( segno di una chiusura definitiva dell’ospedale), ha cavalcato la protesta organizzata dal comitato pro Vietri, nato poco prima di Natale. In pratica, lasciando ad altri la responsabilità, ha fatto un po’ come Ponzio Pilato.
- Perché parli di tempo perso?- Per la semplice ragione che la questione ospedale, nata con il tipo di sviluppo dato negli anni ’60, con la concentrazione in poche realtà e lo spopolamento del resto del Molise, è un nervo aperto da tempo, che la gran parte ha scoperto solo dopo la famosa delibera della Giunta regionale della fine di novembre dello scorso anno. Ricordo anche a te che Larino viva è nata per affermare le primarie e tu ricorderai che la prima questione che, da subito, ha affrontato è stata proprio quella dell’ospedale.Non a caso la pressione, insieme agli altri consiglieri dell’opposizione, di aprire la discussione su questa questione coinvolgendo il consiglio comunale e, non a caso, la stesura di un documento che affronta con una attenta analisi la situazione e dà le indicazioni per una corretta soluzione del problema.
- Quali?- L’accorpamento funzionale dei due ospedali di Larino e di Termoli, sulla base di un rispetto della pari dignità e pari opportunità, per assicurare una risposta forte al bisogno di salute del Basso Molise, che è il territorio penalizzato dalle scelte di Michele Iorio e dalla inerzia di chi rappresenta questo territorio, ai vari livelli istituzionali. La seconda indicazione è quella dell’affidamento ad ognuno dei sei presidi ospedalieri pubblici del Molise, di una eccellenza quale motrice di una sanità che deve capovolgere la filosofia di fondo che l’hanno portata allo spreco enorme di risorse e al fallimento in atto, perché di fallimento si tratta.
- Il Distretto Geriatrico? Ma non è su questa scelta che si è scatenata l’opposizione alla proposta di Larino viva?- L’opposizione che ha visto, non a caso tutti, contro Larino viva, ha una sua motivazione politica e riguarda il ruolo svolto, nel suo poco tempo di vita, dalla nostra associazione culturale, che oggi ha due consiglieri comunali, in particolare quello di rompere il consociativismo che c’è tra le forze politiche, che ha portato a rafforzare un gruppo di potere che tira le fila dall’esterno e decide le sorti della nostra città per soli fini di interesse e, logicamente, di potere. Il problema per questi soggetti non era l’ospedale ma la necessità di isolare e distruggere Larino viva, in modo da non avere più ostacoli sul percorso dell’impoverimento della nostra città. Basta ripercorrere le tappe e guardare le foto scattate per capire questo. Larino viva non si è lasciata intimorire né tantomeno distruggere. Ne riparleremo alla prossima tornata elettorale.
- Ma il distretto geriatrico è stato visto come una contrapposizione al reparto materno infantile e, comunque, un ospizio.- Anche l’arrivo della Maugeri è stato visto come un ospizio da quelli che, nel 1996, hanno respinto il piano sanitario e promosso manifestazioni e, non solo, non hanno mosso un dito contro l’iniziativa della attuale On. De Camillis di cacciare la Maugeri, ma hanno addirittura brindato quando è andata via la istituzione. La verità è che oggi Michele Iorio, in mancanza di proposte serie da parte di chi ha provato ad isolare Larino viva, sta facendo sue le proposte della nostra associazione per Venafro.
- Se puoi essere più chiaro.- Basta leggere la risposta che Iorio ha dato ad una signora di Venafro, riportata da un quotidiano del Molise il 3 di aprile sorso, per capire questo, in particolare quando afferma, dopo aver sottolineato il suo impegno a raggiungere l’obiettivo di una sanità moderna, qualificata e capace di raggiungere, con i suoi servizi tutti i molisani, di voler salvare l’ospedale di Venafro con “l’attivazione di servizi e prestazioni per dare risposte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie….assicurando a questa parte della popolazione assistenza continua e strutture idonee”.
- In pratica ha fatto sue le idee di Larino viva per darle, però, a Venafro. È così?- È così. Se uno dorme o ha come solo interesse, non il futuro dell’ospedale, quello di distruggere Larino viva, mostrando all’esterno divisioni, come quella di negare la parola a chi rappresenta tanta parte di quel 40% dei voti della lista “Uniti per Unire”, lascia campo libero ad una persona scaltra e capace come Michele Iorio di approfittarne. Di un distretto geriatrico ne ha bisogno il Molise e l’ospedale di Larino può trovare solo vantaggi da questa eccellenza. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
- Che fare?- Intanto pretendere l’attivazione dei posti letto della rianimazione e chiudere con la farsa e lo spreco del concorso per gli anestesisti, che stanno creando problemi gravi alle sale operatorie ed a chi ha la responsabilità di operare; dare quanto era stato promesso al nuovo responsabile della ginecologia. Poi andare avanti e vedere come aggirare l’ostacolo della miseria propositiva, trovare altrove le alleanze, sapendo che la questione sanità riguarda l’intero Molise e una politica che vuole una nuova programmazione ed una nuova progettualità, per affermare il diritto alla salute dei molisani e, in particolare, del circondario di Larino e del Basso Molise, che rappresenta il territorio di confine dove, la capacità di fare o di non fare, vuol dire attrazione di utenza verso il Molise o fuga di molisani verso strutture di altre regioni.
- Chiaro. Un ultima domanda, volutamente provocatoria, sapendo che ti ha rovinato un po’ l’esistenza in questi mesi. Ma perché Larino viva, tu, volete chiudere l’ospedale di Larino?- La diffamazione è un’arte in mano a pochi in questa nostra città e rappresenta il segnale, per me preoccupante, della mancanza di una classe dirigente e di una prassi politica che non mi ha mai riguardato, che è quella della promessa del posto e del favore e quella della denigrazione dell’avversario. Una prassi vincente per chi non vuole il bene di questa città, ma solo l’opportunità di continuare a succhiarle il sangue, ripeto, per fini di potere e di interessi personali. Siccome la vita continua io penso che bisogna avere sempre la schiena dritta e dare, con la creatività e la progettualità, risultati e metterli a disposizione dei giovani che sono i veri protagonisti del futuro.

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