ALLE AZIENDE VITIVINICOLE MOLISANE

Caro produttore,
non ritengo si possa accettare che uno venga maltrattato e infamato solo perché esprime liberamente il proprio pensiero ed ha il buon senso di farlo conoscere agli altri.
Mi è stato riferito dell’incontro tra i produttori di vino che c’è stato l’altro ieri per discutere la questione Tintilia, nel corso del quale c’è chi ha insinuato, trovando ascolto in qualche altro, che io mi sono messo a disposizione non si è ben capito di chi. Insomma sarei un venduto.
In verità, pensavo fosse mio preciso dovere, come di tutti quelli che hanno a cuore il proprio territorio e la propria identità, difendere quello da tutti definito il vino del Molise, la Tintilia.
E’, come molti di voi sanno, da oltre trent’anni che ho preso a cuore questo vino, mio perché del mio Molise, fino a recuperarlo e, con l’aiuto di altri, a riportarlo quello che è sempre stato il testimone della vitivinicoltura molisana. Ecco perché ho scritto l’articolo “Giù le mani dalla Tintilia”, che ha tanto colpito chi aveva già deciso di spezzettare la sua immagine d grande vino rosso (tinto) in altre tipologie che non riguardano neanche minimamente la sua tradizione, e impoverire, così, l’intera vitivinicoltura molisana. Un’azione impropria e perdente per la Tintilia, che - è giusto sottolinearlo - pochi conoscono ma che ha in sé le potenzialità per affermarsi.
Un articolo ripreso da Michele Tanno che, a giusta ragione, può essere considerato il padre di questo prezioso vino, e il presidente della CIA provinciale di Campobasso, Dino Campolieto.
Sono stato anche insultato, ma per evitare di aprire polemiche che non servono a nessuno, non ho risposto, facendo finta di non capire e chiudere così la questione.
Continuerò nella mia azione di difesa della “Tintilia del Molise” o “Molise Tintilia”, perché trovo un grave errore questa azione di spezzettamento della sua immagine, mentre sono da prendere in considerazione tutte le iniziative che portano a rafforzarla. Per esempio considerare “classico” il vino Tintilia che viene dal territorio attuale, che è quello tradizionale, per lasciare all’intero territorio della Doc “Molise”, la possibilità di produrre Vino “Tintilia”. Come pure pensare a costruire il percorso per portare la Doc “Tintilia del Molise” a Docg.
La tradizione, come si sa, è un elemento fondamentale per avere il riconoscimento doc ed è giusto che sia così, altrimenti il primo che si alza la mattina può inventare il proprio vino, in considerazione, anche, che la denominazione, in quanto riferimento ad un preciso territorio, è proprietà di tutti e non solo dei singoli produttori. Aspetti che saranno posti all’attenzione di chi avrà il compito di promuovere una pubblica audizione.
Vi ringrazio per l’attenzione e mi scuso per averla richiesta, ma come ognuno di voi può ben capire, non è giusto che uno venga insultato e offeso in modo gratuito e, ciò che più conta, non è giusto che si distrugga un bene prezioso, da curare nei minimi particolari, perché esso dia sempre più risposte di grandi soddisfazioni a voi ed al nostro Molise.


Distinti saluti
Pasquale Di Lena
Larino, 05.06.09

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