SOLIDARIEA' CON RISERVA

SOLIDARIETA'
In un mondo dove il consumismo brucia anche i valori e prevale l’egoismo, la solidarietà non è di grande attualità, proprio nel momento in cui c’è maggior bisogno di pensare all’altro e di essere generoso con lui. Solidale con chi ha il coraggio di dire le cose come stanno, anche quando le dice in modo grezzo, ma sufficiente per capire come esse stanno. Parliamo del sindaco di Ururi quando dice, di fronte al rinnovo della carica del Presidente dell’Unione dei Comuni del “Basso Biferno”, stabilito sulla base di una rotazione, che “i requisiti necessari per essere designati non sono l’onestà politica, la difesa degli interessi dell’intero territorio o l’impegno, ma quello di far parte della corte di Michele Iorio, Vitaglianizzarsi e farsi levare il malocchio dal grande Bellocchio (in verità il malocchio l’ha provocato al territorio del Basso Molise da quando si è messo a dialogare con la destra, da sinistra, sostenendo il suo paesano e altri), frequentare la stanza dei bottoni del Cosib e del suo presidente Del Torto (comunione e liberazione), tenere lontani, come fossero degli “appestati” i sindaci di Termoli, Campomarino ed Ururi ed il Presidente della Provincia”.Una denuncia forte, che merita un’amplia riflessione su come si muovono i personaggi della politica di questo Molise, il trasformismo strisciante e l’inciucio imperante per mantenere a galla una realtà che fa acqua da tutte le parti e che risponde solo agli interessi di pochi manovratori ed alla schiera di mendicanti che questi manovratori, furbi e chiusi entro scafandri di potere, attorniano.E così una stupenda idea di aggregazione di realtà locali, essenziale per dialogare, progettare e programmare insieme il territorio, si è trasformata nell’ennesimo centro di potere che, con le buone maniere o con la forza, si deve adattare alla realtà imperante e seguire, come una foglia, il corso del fiume. Chi non si adegua viene costretto a farsi da parte e chi parla, e non è d’accordo con le regole che la politica si è data in questi ultimi anni, qual è quella della pazienza e della connivenza, viene punito con il marchio di “appestato” come dice bene il sindaco di Ururi.Tutti sanno tutto e tutti sono d’accordo, tant’è che viene bollato subito come un rompiballe chi non sa o sa e vuole capire, solo perché pone della domande o prova a fare qualche ragionamento sensato e coerente (guai! Si può morire fulminati dalla nostre parti, dove non è lecito pensare ma obbedir tacendo).Il sindaco di Ururi che, per turnazione, aveva il compito di presiedere l’Unione, deve aver commesso più di qualche errore e così è stato fatto fuori. Gli è stato preferito il buon sindaco di Petacciato - un trasformista ante litteram, quello che ha aperto un percorso imparando prima di altri il salto della quaglia - perché funzionale alle grandi manovre, da tempo avviate, con il prezioso contributo dell’Unione e grazie al malocchio che ha toccato il nostro basso Molise.Vedi l’adesione di molti comuni al Cosib, compreso il comune di Ururi, e, solo ultimo in ordine di tempo, il comune di Larino che ha dovuto ritrovare una maggioranza di centro destra per fare un atto rifiutato da quarant’anni. Larino Viva esprime la sua solidarietà al sindaco Cocco, ma con riserva, in considerazione di questa adesione al Cosib del Comune di Ururi. Una riserva che verrà tolta nel momento in cui il sindaco di Ururi decide la uscita dal Cosib del suo Comune e invita gli altri sindaci a fare la stessa cosa, visto che è tutto lì il nocciolo del problema ed è lì che si decide il futuro del Molise. Soprattutto del Basso Molise, con i terreni opzionati dal disegno folle di nuove centrali nucleari, che serve solo ad appagare gli appetiti di chi le andrà a costruire e di chi intorno si sta dando da fare per raccogliere gli spiccioli, svendendo il nostro patrimonio più importante, il territorio. Cioè il nostro bene, la nostra identità, il futuro dei nostri giovani e di questo amato Molise.Faccia questo se vuole dare davvero fastidio a tutti quelli che meritano di essere disturbati per quello che fanno. Un volantino o la scelta del digiuno, a soggetti, prima nominati, stuzzica ilarità e sarcasmo.
Larino Viva

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