Leggendo qua e la' n. 87 - IETTATORI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!

Quante notizie oggi degne di un vento che ha solo voglia di raccontare, mentre asciuga i campi di grano dalle ultime piogge e cerca di portare lontano le nubi minacciose che circondano questa stupenda città che è Larino.
Stupenda, ma oggi più che mai in difficoltà, per essere stata, ancora una volta, tradita dai suoi figli chiamati a rappresentarla, nonostante una forte scrollata di persone che non hanno mai avuto niente da dire, ma solo pretendere qualcosa per la propria visibilità. Sì, è vero, molti sono ritornati attivi, approfittando delle disgrazie dell’ospedale, ma, soprattutto, speranzosi di poter riprendere la visibilità persa con le prossime elezioni.
Intanto l’ospedale continua la sua lenta agonia, con questa gente che continua a parlare anche se non riesce a far capire cosa vuol dire. Ora se la prendono con il sindaco (non con il vice, e non a caso, visto che è stato l’animatore degli animatori su consiglio di qualche Vitagliano di passaggio). Senza gli sponsor in politica non si va molto lontani, anzi si rischia di rimanere isolati e insultati da quattro apprendisti stregoni della politica che hanno la ricetta giusta per cucinare il piatto della bontà e della raccolta di voti. Una ricetta semplice: mettersi con il più forte e puntare con chi ha più ambizioni ed è privo di scrupoli, per portare il patrimonio di voti a disposizione ed avere in cambio protezione.
Ciò vale soprattutto per quelli che non hanno bisogno di molti voti, ma solo di un mazzetto di famiglie accontentate da risposte o da promesse per arrivare all’ambita méta. Qualche altro si avvale di qualche parente che opera in una grossa organizzazione o in qualche fabbrica, in modo da poter sommare i voti che mancano dai contentini dei potenti.
In questo modo si spiega il silenzio più che tombale dell’opposizione in Regione, se si esclude quella mosca bianca che è Petraroia, così mal visto dai suoi compagni e da quelli dell’ultrasinistra che lo accusano di fare l’opposizione a chiacchiere ed a colpi di comunicati. Degli altri che si sono accordati per vedere come essere di nuovo candidati eletti, non li nominano.
Forse li apprezzano per il silenzio che li porta ogni tanto a dire qualcosa e, così, di sentirsi i soli oppositori, anche se c’è quel rompiscatole di Petraroia.
Prendeteli ad uno ad uno questi personaggi e, senza andare lontani, sceglieteli tra quelli che hanno preso voti a Larino, per capire fino in fondo quello che vogliamo dire. Stiamo parlando del vuoto assoluto, in tutti i sensi.
Quel vuoto assoluto che ha portato Larino alle condizioni attuali.
Non è cambiato molto da poco più di un anno fa, cioè da quando era nata in molti la necessità di operare per un forte cambiamento. C’è chi ha pagato con la sconfitta la sua incapacità di liberarsi dai partiti e dagli uomini che questi partiti hanno espresso fino alla certificazione, almeno nel Molise, della morte dei partiti di appartenenza, in particolare il Pd. Una classe dirigente composta prioritariamente da gente che fa ricordare Attila e cioè la distruzione di ogni cosa dopo il suo passaggio.
Dirigenti che sono ancora lì perché non hanno alcun senso del pudore. Ne sono completamente privi, tant’è che restano inchiodati a quella loro sedia, sgangherata dall’eccessiva usura e da un numero eccessivo di chiodi, come sono privi di altre virtù. Eppure dovrebbero dimostrare, almeno una volta, di esprimere un atto di riconoscenza nei confronti dei partiti che li hanno messi nelle condizioni di uscire dall’anonimato.
La nostra speranza è che decidano di andare tutti da Michele Iorio ed offrire al nostro imperatore la propria disponibilità. In poco tempo, per le caratteristiche di essere bravissimi distruttori, dimostrate in questi anni di militanza nel Pci, Pds, Ds, o DC, partito popolare o Margherita ed oggi PD, il nostro Michelone, così amato dai molisani come Berlusconi dagli italiani, verrà annullato e messo in disgrazia da questi iettatori, che meritano solo una grattata appena avvistati. Sono gli unici capaci di farlo fuori.
Conoscendo Michelone, siamo sicuri che li rifiuterà, diversamente dagli ultimi arrivati.
Chissà! Nelle remota eventualità che ciò succeda, noi siamo convinti che il Molise sorriderà di nuovo con le sue ubertose montagne; le sue minute pianure; il suo cortissimo, ma tanto saporito, mare; le sue campagne e i suoi pazzi fiumi, i grandi laghi e le dolci colline, la bontà dei suoi piatti, dei suoi oli e dei suoi vini, la memoria che ha il passo dei pastori lungo gli antichi tratturi, aspettando i pazzi ed i sognatori per tornare ad essere sorgenti di un fiume che scorre verso il futuro.
U faùneie, 1° luglio 2009

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe