TINTILIE DAL MOLISE

Scritto da Eustachio Cazzorla

giovedì 15 ottobre 2009
MOLISE - Fragola surmatura, spolvero di zenzero frammisto a pepe bianco su un fondo lievemente minerale adagiato su fiori disidratati e lor legni secchi. La Tintilia, quella vera, tutta in purezza per chi così l’apprezza, ha queste espressioni, che ho ritrovato nell’etichetta “storica” (dal 2004 appena) di casa D’Uva, gli anni in cui, dal Molise, la Tintilia è ritornata in purezza. Vitigno delicatissimo e difficile da addomesticare. Ma al palato grande piacevolezza espressiva, tannini ben allineati, che foderano la lingua, non vanno oltre, in questa versione che fa solo acciaio, vino di buona struttura, corpulento, varietale. Messa da parte definitivamente la questione della sinonimia con il Bovale sardo, la Tintilia è il vitigno più reciproco al Molise, terra splendida, di sapori e di gente schietta d’altri tempi.
Una platea immensa di paesi e paesotti con le loro storie, costumi e curiosità più che da raccontare, da scoprire ad ogni piè sospinto. A Larino ad esempio, nel centro storico che fu sannita e poi centro nevralgico dell’antica Roma in questa zona, i vicoli parlano di un grande passato. Li ho visitati in occasione della mia visita alla cittadina molisana, sabato scorso, chiamato in giuria per le semifinali del Sud delle Viniadi.
E qui la sopresa dei vini di DiMajo Norante (buon connubio tra eleganza e struttura), il Montepulciano di Cliternia (impenetrabile e opulento) e la visita in cantina a D’Uva accompagnato da Angelo dove in anteprima (stanno scegliendo in queste ore l’etichetta) ho degustato l’Egò, Moscato Reale finissimo. Polposo, luminoso d’oro giallo, con splendidi sentori di fragranti zagare, confetture di melacotogna, albicocca matura, dattero abbacinato dal sole immerso in miele di acacia dolcissimo. Ravviva il naso, rallegra il palato. Egò (εγώ), “io” in greco antico. Mi sovviene quello mitico di Montagano. Quello molisano che secondo alcuni è stato poi all'origine di quello tranese. Da riassaggiare, se solo rifiorissero su quei colli a Est di Campobasso le vigne antiche.

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