Vino e giovani, la sfida delle Viniadi

L’entusiasmo a mille, per l’edizione 2009. La singolare competizione tra gli assaggiatori di vino non professionisti sta lasciando un segno importante. Una brillante iniziativa targata Enoteca Italiana
di Pasquale Di Lena

L’iniziativa è promossa dalla Enoteca Italiana di Siena e dal Ministero delle Politiche Agricole. La grande finale, dopo le due semifinali di Siena per i selezionati delle Regioni del Centro Nord e di Larino, nel Molise, per il Centro Sud, nel Veneto a Montegrotto Terme, nel cuore dei Colli Euganei, ospite delle Strade del vino . Ha vinto Marco Piacentino, un giovane romagnolo davanti a un milanese ed un marchigiano. Un finale molto combattuto che, dopo uno spareggio tra il rappresentante dell’Emilia-Romagna, Marco Piacentino e quello del Piemonte, Christian Carlevero, ha vinto il primo con il marchigiano Carlo Cleri a conquistare la medaglia di bronzo. Ma non basta, altri quattro i premi assegnati: al più giovane tra i finalisti, Francesco Guarino della Basilicata; all’over 40 Marco Pojer del Trentino; il primo tra quelli di età compresa tra i 26-40 anni e, l’ultimo, al vincitore tra i giovani di età 18-25 anni.Subito dopo la proclamazione dei vincitori tutti a vivere l’incontro con i vini dei Colli Euganei dell’Azienda Montecchia di Selvazzano Dentro (PD) con visita del museo di vita rurale, le cantine e il bellissimo centro aziendale, per poi degustare un Moscato bianco che trova il suo abbinamento migliore con un prodotto principe della cucina veneta, l’asparago; un cabernet e un merlot; un Raboso e, per chiudere, il vino che i produttori hanno fatto richiesta del riconoscimento Docg, il Moscato giallo che, nel territorio dei Colli Euganei esprime un agrumato accentuato, la ragione del suo nome.Il giorno dopo il grande incontro all’Università di Padova a parlare di “il vino ieri, oggi e domani: la parola ai giovani” con il direttore dell’Enoteca Italiana, Fabio Carlesi, che ha sottolineato il valore e il significato del progetto “Vino e Giovani”, che, nato anni fa, ha avuto il merito di anticipare i tempi e mostrare, con il coinvolgimento di migliaia di giovani, in ogni regione italiana, il rispetto che essi hanno per il vino nel momento in cui al vino viene data la possibilità di presentarsi per quello che è, una bevanda che ha il merito di dissetare e anche di alimentare e dare benessere per il rispetto della regola della sobrietà. E soprattutto di esprimere cultura quale testimone principe di questo o quel territorio; capacità di raccontare storie, stimolare dialogo e rafforzare amicizia. In pratica essere quello straordinario protagonista che è sempre stato, è e sarà, se esso torna a vivere la popolarità di un tempo e non l’elitè di oggi, una condizione che lo relega nelle pagine delle mille guide; negli angoli delle enoteche; negli scaffali dei ristoranti e sulle tavole dei soli abbienti. Ai giovani il vino non solo piace ma suscita interesse nel momento in cui viene presentato, raccontato, messo nelle condizioni di mostrare quello che è: un amico che vuole e deve essere trattato come tale e così, avere la possibilità di raccontarsi, conoscersi, dare senso e significato alla vita. Questo hanno detto i giovani dell’Università di Padova con una serie di significativi interventi che l’attore Beppe Fiorello e la giornalista/presentatrice del TG1, Susanna Petruni, hanno saputo stimolare insieme con la professoressa Rosa Bianco, il professore Corrado Barberis, la storia della sociologia rurale italiana, e altri convenuti. Sono anni - quelli che ci hanno portato a trasformare l’idea “Vino e Giovani” in un progetto che abbiamo posto nelle mani capaci e sapienti della dottoressa Silvana Lilli e dei suoi collaboratori - che sottolineiamo questi aspetti trovando il mondo del vino abbastanza distratto. Tant’è che solo qualche mese fa esso a presentato come un impegno di grande forza e novità, l’importanza dell’educazione dei giovani, della formazione, in particolare quella a distanza. A quest’impegno grazie al teatro naturale, abbiamo dedicato una nota di meraviglia sapendo che “Vino e Giovani” nasce come idea nella metà degli anni novanta che diviene progetto nel 2002, se non ricordo male per merito del dottor Camilla, del Ministero delle Politiche Agricole. A questo punto viene da dire che le difficoltà che vive adesso il vino trovano una loro giustificazione anche nella disattenzione del mondo che lo rappresenta. Se è così, bisogna dare ancora più merito al ruolo svolto, nei suoi ormai prossimi cinquanta anni di vita, dall’Enoteca italiana di Siena, attraverso una serie di iniziative, tra le quali “Vino e Giovani” è di sicuro la più importante, comunque la più prestigiosa. E allora non si può che dire grazie Enoteca.
di Pasquale Di Lena 28 Novembre 2009 Teatro Naturale n. 42 Anno 7
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