POVERO GIAGUARO

Questo lungo silenzio è che siamo stati impegnati a soffiare altrove per dare posto ad altri venti che ci hanno chiesto di poter passare un po’ di tempo da queste parti in un periodo, quello del carnevale, che li ha sempre visti impegnati altrove.
Riprendiamo la nostra chiacchierata con una notizia poco confortante, inviataci da WWF Italia, che ci vede solidali con il giaguaro, visto che rischia la estinzione grazie a un ecosistema che è stato stravolto dall’intervento dell’uomo, che, anche alla luce dei fatti di cronaca che segnano questa nostra Italia, dà l’impressione di essere un po’ fuori di testa.
La campagna lanciata dal WWF dice che il giaguaro ha bisogno di amici ed a noi, in questo caso, non dispiace di essere tacciati come gli “amici del giaguaro”. C’è sempre qualche giocherellone, in questo amato paese, che ne approfitta per raccontare storie che non ci appartengono e noi siamo contenti di sentirle raccontare, perché alla fine riescono a divertirci e, di questi tempi, non è poco avere stimoli per sorridere alla vita.
Dicevamo dell’uomo, altra specie in via di estinzione, visto che sta facendo tutto quanto è possibile e necessario per sparire dalla faccia della terra, nel momento in cui distrugge tutto quello che ha, soprattutto l’unico bene che è veramente suo, il territorio. E lo fa, come i grandi imprenditori che hanno messo le mani sul terremoto de L’Aquila, ridendo sulle disgrazie altrui, inconscio che quelle disgrazie sono anche le sue.
Ma, come si sa in questa Italia, dire male dei grandi imprenditori è come dire male della propria mamma, per la semplice ragione che tutti si riconoscono in questi personaggi, soprattutto se palazzinari, e tutti pensano di poter fare le schifezze che questi fanno, invece di vomitare.
Ritornando all’amico giaguaro e non “del giaguaro”, animale di straordinaria bellezza e leggerezza con i suoi movimenti che danno l’impressione che ogni parte del suo corpo possiede ali, la ragione principale sta nel fatto che le terre dove vive si sono ridotte di circa la metà e che sono state distrutte le foreste, il suo habitat.
Appena letto queste motivazioni siamo stati presi da una riflessione che ci permettiamo di riportare ad alta voce: non è che il molisano del Basso Molise rischia di fare la fine del giaguaro nel momento in cui va avanti il progetto di trasformare il suo territorio, habitat naturale, in una pattumiera gestita da chi ha lavorato per assemblare le amministrazioni comunali (è rimasta fuori solo Termoli) e preparare così il terreno a chi ha deciso da tempo di voler investire qui con le schifezze che non può investire altrove?
Da chi ha trasferito un patrimonio di storia e di superficie nelle mani di soggetti che hanno già dimostrato la loro grande abilità, che è quella di aprire e chiudere le imprese e di far pagare al pubblico questa loro virtù?.
Termoli e la stessa Montenero, i due centri che si preparano al voto di marzo, restano gli unici baluardi che possono fermare questa deriva concordata con le multinazionali della chimica, del nucleare, degli inceneritori.
È questo il momento di ricordare che c’è chi ha ancora fuochi di artificio da utilizzare, nel momento in cui saranno gli amici delle multinazionali a vincere.
Ricordare per non fare la fine che vogliono far fare al nostro amico giaguaro, visto che l’obiettivo è di far sparire altri migliaia di ettari di superficie coltivata.
Perché ciò non succeda è bene che ognuno faccia la sua parte ed esprima la propria solidarietà al giaguaro ed all’uomo bassomolisano.
A voreie

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