LIBERI PER POTER SPERARE

Non puoi assentarti di qualche giorno che subito sei costretto a registrare situazioni strane o spiacevoli in questo Molise e nella stessa Larino: un sindaco di uno dei paesi più ospitali del Molise, S. Croce di Magliano, che si atteggia a leghista dopo aver gridato la sua grande passione per il nucleare e, oggi, viene difeso, non a caso, dal suo paesano sannita che è uguale; ti tagliano gli olivi secolari a Campomarino e il sindaco, accorato e sconsolato, non ha parole per replicare a una lettera aperta di Larino viva; ci sono quelli che, a differenza del sindaco di S. Croce, si preparano a ricevere il nucleare dichiarando a parole che non lo vogliono, tanto sanno che le loro parole non contano niente e non preoccupano nessuno; ogni tanto qualcuno, chiamato a fare l’oppositore, viene svegliato e invitato, non sappiamo se dalla moglie, dal fratello o da qualche altro familiare, a dimostrarlo almeno a parole; si costituiscono associazioni dove ci sono tutti quelli che hanno fallito alle ultime elezioni di Termoli, pur di apparire, anche se non capisci a cosa possono servire; in Consiglio regionale si presentano ordini del giorno (parliamo di quello sul nucleare) e si scappa fuori dall’aula, come presi da un attacco di diarrea (u berrite), perché non succeda che venga approvato; succede anche, che D’Ascanio, che pur aveva ricevuto l’applauso delle persone per bene per essersi contrapposto alla casta creata da Ruta, preso dalla paura e dalle ombre, che spesso l’accompagnano per il suo non fidarsi di nessuno, recupera i suoi nemici e la sua appartenenza, pensando di far sparire dai suoi pensieri l’ultima ombra, Nagni, non sapendo che ha creato solo una la vittima che, così, si riempie di pubblicità gratuita per la già avviata campagna elettorale.
Nagni, non il suo partito, L’Idv, che mantiene il piede sul freno e sull’acceleratore, come sempre succede a chi ha le idee poco chiare ed non ha deciso cosa vuole fare da grande. Non certo salvare Nagni, che si è dovuto difendere da solo, dopo aver capito che l’Idv non ponendo la condizione di porsi all’opposizione se non veniva riconfermato, l’aveva in parte scaricato. In pratica dichiarando l’appoggio esterno, ha permesso di far subentrare al posto di Nagni chi aveva lottato (la Macchiarola) con tutte le sue forze per far fuori D’Ascanio.
Sono i giochetti della politica, quelli che a noi, vènti schierati e dotati di una data direzione, non piacciono perché non servono che far perdere di credibilità allo strumento essenziale per partecipare e governare nel bene della comunità e non degli interessi personali, come capita da quando la politica è in mano a persone capaci solo di servire i padroni di riferimento, e la cosa curiosa è che lo fanno pensando di servire sé stessi.
Lo vediamo nel Molise, come qui a Larino, dove il servilismo della politica ormai ha superato ogni limite, dopo anni di adattamento a questo o a quel referente di turno, a questo o a quel compare.
Ecco perché con Giardino e Quici a Larino chiude l’ospedale e con la De Camillis, l’unica grazia ricevuta è l’Imam affidato, improvvidamente, al cavaliere marito
Molto dello stato comatoso che vive la città è da attribuire fondamentalmente a quest’atteggiamento che, ormai da anni, disonora la dignità e l’orgoglio dei larinesi che hanno radici lontane, con S. Primiano e gli altri due fratelli martiri, uomini e cristiani esemplari.
Solo uomini liberi e ricchi di fede come i martiri larinesi, capaci di mantenere la schiena dritta e di non chinare il capo, ma di guardare negli occhi anche il peggiore dei nemici, possono far risalire la china a questa amata e gloriosa città, che serve al Molise ed al suo futuro più di quanto serva il pane per campare.
Altrimenti c’è poco da sperare.
A Voreie

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