LA VOGLIA DI DECIDERE

C’è stato anche un momento in cui L’Unità, il giornale fondato, nel 1924, da Antonio Gramsci, aveva smesso di parlare ai suoi affezionati lettori, molti dei quali diffusori.

Padellaro,con Furio Colombo, prima, e Concetta De Gregorio poi – l’attuale direttore che ha voluto il nuovo formato e la nuova veste grafica, per noi molto più bella e molto più funzionale - hanno dato la forza necessaria per il suo rilancio. Tutto questo in un momento particolarmente difficile, soprattutto negli ultimi tempi, con un capo di Governo e di Partito, che prova, in tutte le maniere, di far chiudere quei giornali e quelle televisioni che hanno il gusto di esprimere la propria libertà di pensiero e di opposizione.

Una premessa che ci serve per far capire il nostro applauso all’ultima delle iniziative di questo giornale, che ha guidato milioni di uomini a capire la realtà e, da essa, trovare le ragioni per modificarla: l’appello alle primarie circoscrizionali, lanciato nella seconda metà di agosto scorso, per restituire il potere di scelta degli eletti, che vuol dire voce e speranze agli elettori, penalizzati dalla legge “porcellum” di Calderoni, che Berlusconi vuole mantenere perché, per lui, è la migliore.
Finalmente una verità da un uomo che, come tutti i grandi bugiardi, crede alle sue falsità!

Ma, per il rispetto che noi vénti abbiamo della verità, c’è da dire che non è il solo a sperare che resti questa legge e, con essa, il ricatto nei confronti degli elettori che, anche grazie al “porcellum”, hanno smesso di andare a votare proprio per non votare chi non avevano voglia di votare, ossia il candidato imposto dalle segreterie di partito, composte, quasi tutte, da gente autoreferenziale.

Un appello a scegliere ed a decidere per dare a questo Paese la speranza di un futuro, che non è il nucleare; la privatizzazione dell’acqua; la cementificazione selvaggia per dare spazio agli speculatori; lo sperpero del territorio e delle sue risorse fondamentali come il patrimonio storico-culturale, l’agricoltura e l’eccellenza dei suoi prodotti e della sua cucina, la ricchezza della biodiversità, dei suoi paesaggi e dei mille e mille ambienti che hanno come cornici colline, molti, mari, laghi, fiumi, parchi naturali.

Un futuro per le nuove generazioni, libero dai debiti che le scelte di oggi, come il Ponte sullo Stretto, solo per fare un esempio, trasformeranno in pesanti cambiali, se non vengono cancellate.

Il lancio della campagna per le primarie nelle circoscrizioni, non a caso, ha ricevuto una risposta entusiasta da parte dei lettori de L’Unità, quasi una liberazione dalla tristezza e dalla malinconia prodotta dalla incapacità di proporre un’alternativa da parte del Pd, che, grazie a Veltroni, ha colto l’occasione del maggioritario per cancellare i partiti di sinistra e dare sfogo al percorso riformatore che, a parte il suo effetto di enunciazione, nessuno sa che cos’è e dove vuole arrivare.

La verità è che un partito non sarà mai rinnovatore se non è nuova la sua classe dirigente.
Una classe dirigente vecchia tutta da rottamare, e ai vari livelli, se si vuole liberare quella voglia del domani, che è nella maggioranza degli italiani e dei giovani in particolare.

A questa campagna partecipa di sicuro Larino viva, che ha nel suo DNA le primarie. Associazione, come molti ricorderanno, nata dalla voglia delle primarie, che hanno portato a scegliere il proprio candidato, sconfitto, poi, dalla forza di aggregazione e di movimento dei centri di potere che, da sempre condizionano questa stupenda città e le scelte dei larinesi; dalle divisioni della sinistra, che non sono mai casuali, ma sempre funzionali. Nel caso delle elezioni comunali del 2008, funzionali a quelli che dovevano liberare il Basso Molise di una opposizione pericolosa per il compimento dei disegni di appropriazione di un territorio e delle sue principali strutture, soprattutto operative nel campo dell’agroalimentare, ma, anche, di cambiamento della classe politica e amministrativa in comuni importanti e fondamentali come Termoli e Montenero di Bisaccia.

La situazione che vive oggi Larino, con Giardino sindaco, grazie anche a un comitato compiacente che è riuscito solo a coprire la verità che si andava a consumare a spese dell’ospedale e, cioè,, quella dell’ascolto, da parte del sindaco e del suo vice, a testa china, delle indicazioni di Iorio e della esecuzione delle sue volontà. Un atteggiamento di sottomissione che ha portato alla perdita dell’ospedale. Ma, non solo, alla pronta adesione al Cosib, alla interruzione della costruzione dei campi sportivi, all’abbandono che vive il centro storico e alla mancanza di ogni iniziativa, se non la cessione del proprio territorio, all’ascolto della On. De Camillis, conosciuta come Signora Venditti.

Una situazione che riguarda anche gli eletti alla Regione, ai quali bisognerebbe chiedere cosa hanno fatto per la nostra città. Niente, se non qualche favore personale o qualche cena utile per la prossima campagna elettorale.

Le primarie circoscrizionale, aperte in modo da renderle libere dai condizionamenti dei partiti, possono rappresentare l’apertura al cambiamento, che va ben oltre la pur necessaria e urgente liberazione del Paese da Berlusconi e dal suo rozzo, ma sempre così interessato, alleato Bossi.

L’inizio, ce lo auguriamo, di un nuovo percorso dove è possibile ritrovare quello che più ci appartiene: l’aria pura, in modo da poter respirare in piena libertà.
A Voreie

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