QUALITA' DELLA VITA

Mentre stavamo soffiando il nostro commento sulla mancanza di rispetto cresciuta in questa nostra città dove, non più di qualche decennio fa, tutti si salutavano e tutti rispettavano le regole basilari di un vivere civile, siamo stati richiamati dalla musica e dai rumori assordanti provenienti dalla piazza.


Le moto rombavano per le forti accelerate, tanto da coprire la musica di vecchie e nuove canzoni.


Ma se si può essere comprensivi di una esibizione che va a chiudere l’estate larinese, non si capisce perché le esibizioni, soprattutto notturne, di giovani e giovanissimi non educati al rispetto degli altri e delle regole, debba continuare per la incapacità di chi - pensiamo, in prima battuta, al sindaco di questa città - queste regole non intende farle rispettare.


Se è così, come noi crediamo, non sono i giovani o i giovanissimi i colpevoli di una situazione che offende i cittadini di Larino, in particolare quelli del centro storico, che le regole le rispettano, ma il sindaco che queste regole ha non solo il dovere, l’obbligo di farle rispettare.


Questo vale per le moto e i motocicli rumorosi oltre i limiti, ma, anche, per le macchine che fanno di via circonvallazione una pista di lancio, soprattutto all’uscita della curva dopo il distributore Ip; chi non rispetta le segnalazioni, anche se impiegati comunali; chi gira con la macchina, soprattutto dopo la mezzanotte, con la radio ad alto volume e, anche, per chi ha la mania di disturbare con altri mezzi la quiete dei cittadini.


Ne va di mezzo la qualità della vita che deve esprimere questa città d’arte, ricca di risorse storico-culturali, paesaggistico-ambientali, se solo pensa al suo potenziale turistico, essenziale per il suo rilancio, in particolare del suo incantevole centro storico, di sicuro, fra i più belli del Molise, posto all’interno di un anfiteatro segnato dai suoi prestigiosi olivi.


L’effimero espresso dalle feste non serve a costruire il futuro di una città e dei suoi abitanti, ma a vivere il momento ed a nascondere i limiti, soprattutto quelli riguardanti il coinvolgimento e la partecipazione alle scelte, del governo Giardino.


Un governo che, per onor del vero, ha dimostrato la propria indole servile a Iorio e la totale incapacità a fare, con il fallimento della gestione della questione ospedale, che vedrà, ne potete essere certi, l’annuncio della sua chiusura subito dopo le prossime elezioni regionali.


In questo senso più che giustificate la richiesta di dimissioni per lasciare spazio alla voglia di domani di Larino e delle nuove generazioni.


Sappiamo che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e, comunque, tornando al nostro discorso iniziale, ci preme segnalare come un pericolo per la città l’espansione del permissivismo che, nel tempo, rischia di trasformarsi in prepotenza e, anche, violenza.


Ci preme, anche, esprimere, unitamente a questa nostra preoccupazione, la raccomandazione, al sindaco ed alla sua maggioranza, di dare, nel momento in cui non sentono il dovere di dimettersi, almeno un segnale della loro presenza e della loro capacità di autonomia per un rispetto della propria dignità e della dignità della città che ha urgente bisogno di essere amministrata.


Ma per fare questo, come si sa, c’è bisogno di un programma che Giardino e la sua amministrazione, dopo due anni e mezzo vuoti di idee e di iniziative, si devono ancora dare.


A voreie, 29 agosto 2010

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