OLTRE I SILENZI

Non c’è pace, in questi ultimi tempi, per il nostro Molise e l’immagine che sta passando a livello nazionale è del tutto negativa, non facile da recuperare se non si prendono iniziative che servono a far vivere le sue peculiarità. Peculiarità, nonostante tutto, che restano e sono positive.

Pensiamo all’ambiente ed al paesaggio, due valori fondamentali, l’uno e l’altro opera non solo della natura, ma, anche, dell’uomo, in particolare dell’uomo pastore e/o contadino. Due valori che sono a rischio nel momento in cui si dà spazio all’invasione selvaggia delle pale eoliche e, presto, del solare; si continua a costruire, anche là dove non si dovrebbe fare; si continua ad inquinare, spiantare olivi e piante secolari, a non proteggere un territorio molto delicato e la sua principale attività che è l’agricoltura.

Basta porre attenzione alla vicenda ultima – vogliamo sperare che lo sia – quella chiamata “open gate”, porta aperta, proprio nel momento in cui entrano nelle carceri personaggi di peso di questa nostra Regione, per i tanti ruoli di spicco giocati in questi anni.

Le loro azioni e la diffusione delle notizie dei reati di cui vengono accusati, hanno imbrattato l’immagine del Molise e fatto nascere sospetti su tutto ciò che il Molise esprime e produce, con il rischio che diventi una favola quello che si racconta.

Un altro rischio è quello di trovare i coltivatori, cioè le vittime, visto che hanno messo a disposizione i propri terreni affidandosi alle carte ed ai documenti firmati dalle istituzioni preposte ai controlli, posti sullo stesso piano di chi, eventualmente, li ha raggirati.

Noi, all’inizio di questa nostra riflessione, abbiamo parlato di silenzi che non si spiegano, come quelli delle organizzazioni di categoria, sia dei coltivatori che dei consumatori, che, ripetiamo, sono le vittime e, come tali, aiutate a difendersi con azioni concordate utili a far venire a galla la o le verità.

Azioni come quelle di invitare le autorità preposte a monitorare tutte le particelle di terreno che sono state oggetto dello scarico del materiale trattato dall’Inside di Del Torto, per capire se ci sono problemi di inquinamento, in modo da recintare questa particelle e chiuderle per qualsiasi attività produttiva.

È il minimo che si debba fare per tranquillizzare il consumatore ed evitare una criminalizzazione delle aziende vittime - nel momento in cui viene accertato - di un vero e proprio raggiro.

C’è di più, bisogna invitare tutti, consumatori e produttori, a costituirsi parte civile nel processo che l’operazione “open gate” ha messo in luce.

In pratica è tempo di squarciare i silenzi e di fare qualcosa di utile ed importante oltre che urgente.

pasqualedilena@gmail.com

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