LA CERTEZZA DEL PERDONO LI RENDE ONNIPOTENTI



Comunione e Liberazione fa scendere dalla Lombardia l’agente Betulla, l’ex giornalista radiato dall’ordine, per la collaborazione con i servizi segreti, ma pienamente attivo alla Camera grazie all’infornata da parte del Pdl di Berlusconi di persone speciali perché spie o altro di peggio ancora. Non tutti certo, ma tanti, che, per questo marchio di origine, non hanno niente da dire, da ridire e nemmeno da fare per avere in cambio il meritato premio di cui vantarsi per aver dato qualcosa di importante a questo Paese, non ancora, ma solo per poco, alla deriva finale.
Un messaggero affidabile in quanto a segretezza, il triste agente Betulla, che avrà sicuramente inciso sulla decisione presa, subito dopo da Del Torto, di dimettersi, per due fondamentali ragioni che gli avrà spiegato: non rimanere altro tempo in carcere e non subire l’onta della sfiducia da parte dei suoi vecchi amici di destra e di sinistra, che gli hanno fatto compagnia in questi anni.
Il fatto importante è che la grande fondazione di Don Giussani, che vive sempre più, e un po’ ovunque, operazioni poco trasparenti, ha preso la decisione di non lasciare da solo un suo figlio prediletto, anche perché uno dei primi e dei più attivi, e, così, di difenderlo da tutte le accuse.
Accuse pesanti come la gestione allegra di rifiuti tossici e di altri reati che riguardano società proprie o di prestanome, attive in imprese che toccano la salute del territorio e delle persone
Ad accompagnare l’agente Betulla, il triste ciellino Farina da Milano, la parlamentare larinese, on. Sabrina De Camillis, che, non è dato sapere, se, per conto suo o di altri, ha salutato Del Torto e gli ha chiesto se aveva bisogno di qualcosa.
I più informati raccontano che è stata una decisone sofferta quella di Del Torto, che si ritiene innocente e, quindi, degno, fino a quel momento, di continuare a presiedere l’importante organismo. Un punto centrale, ripetiamo, di riferimento per tutti, maggioranza e opposizione, utile per capire la politica di questi ultimi anni e le decisioni prese tutte a scapito del Basso Molise. Tant’è che il consigliere regionale Petraroia ha pensato bene di chiedere la istituzione, da parte del Consiglio Regionale, di una commissione consigliare di inchiesta sul Cosib. Alla luce dei fatti, riteniamo che quella di Petraroia sia una richiesta più che opportuna per cominciare a capire come si è mossa la politica all’interno ed all’esterno del Cosib, in tutti questi anni di gestione Del Torto. Sono soprattutto i silenzi quelli che spiegano meglio i ruoli. In particolare la frattura che vede il Basso Molise staccarsi lentamente dal resto, come alla deriva.
Mentre l’ormai ex presidente del Cosib, Ing. Antonio Del Torto, che ha sempre avuto nel governatore Iorio e nell’Assessore Vitagliano punti di riferimento fermi e sicuri, trova in Betulla la forza per dimettersi, sicuramente con il pieno consenso anche dei suoi angeli custodi molisani, proprio Iorio riconferma il buon Pier Luigi Lepore allo Iacp, l’Istituto delle case popolari.
Il vice responsabile molisano del Partito delle Libertà di Berlusconi è accusato di anomalie nei conti delle spese per viaggi e rimborsi vari a carico dell’Istituto, qualcosa di poco onorevole, dopo le accuse altrettante poco onorevoli dell’Arsiam nella veste, lì, di Presidente.
La cosa che davvero ci rattrista di questa vicenda è la tranquillità di Pier Luigi Lepore, che, evidentemente, al di là delle accuse, vere o false che siano, non si rende conto delle miserie che gli vengono addebitate. Comunque ogni medaglia ha il suo rovescio e ciò vale anche per questa riconferma di Lepore a commissario Iacp.
L’altra mattina la bacheca del giornalaio riportava la notizia che il centro destra di Larino sta pensando alla presidenza del Cosib e, con la riconferma di Lepore da parte di uno Iorio sempre sorridente quando ne combina qualcuna delle sue, viene meno un concorrente.
In questo senso viene da pensare: “non è che l’on. De Camillis è stata pregata di accompagnare l’agente Betulla per tirare le sorti a Del Torto?” E, così, vedere, una volta accertate le dimissioni, come piazzare chi, in questi tre lunghi anni di governo Giardino, ha mostrato di essere fedele esecutore degli ordini ricevuti, a partire dall’adesione al Cosib e dalla triste vicenda dell’ospedale che, da oggi, con l’intervista, uscita sulla carta stampata, al vicesindaco di Larino, apre ufficialmente la campagna elettorale regionale, a conferma che sarà meno lunga di quanto uno possa pensare. Se i più fedeli alle direttive dall’alto sono stati il sindaco ed il vicesindaco, c’è da pensare che la preferenza ricada su uno dei due e ciò è dimostrato anche dalle voci che circolano da tempo di un duello permanente tra questi due protagonisti della caduta verticale di Larino in una buca da cui, se uno pensa alla classe dirigente nel suo complesso, sarà difficile risalire.
Giardino e Quici, dai risultati pessimi del governo di questa nostra città e, soprattutto, dallo stato di degrado che, da quando è nelle loro mani, vive questa antica capitale, hanno (la riconferma di Lepore lo sta a dimostrare) entrambi la patente per occupare posti di comando, che, nell’era Berlusconi, vuol dire distruggere ed azzerare tutto, il bene e il male. Basta un minimo di riflessione per capire che non c’è più un distinguo tra questi due opposti, ma solo l’uso che di essi si fa e di cosa dall’uno o dall’altro si può arraffare per apparire e tirare a campare. Ciò fa pensare che, per questi signori tutti, almeno all’apparenza timorati di Dio, il Padreterno esiste solo per perdonare quelli che non hanno rispettato la sua parola, soprattutto se di Comunione e Liberazione.
Un perdono che, per quanto riguarda noi di Latrino Viva, non ci spetta ed è per questo che, in attesa di un riscontro, lo chiediamo ai nostri affezionati lettori, per essere stati portati a raccontare le miserie dei poveri uomini, e non le cose belle della vita, quelle che tengono allegro il cuore e sempre pronto il sorriso.


Larino Viva

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