LA VOGLIA DI DARE



Leggendo qua e la' n. 167 - Ci chiedono a noi vènti di schierarci per la prossima campagna elettorale, ma noi, come si sa, siamo da sempre schierati e non abbiamo alcuna possibilità di cambiare direzione all’ultimo momento. Altrimenti rischiamo di confonderci con gli altri e ciò creerebbe un caos della malora che rivoluzionerebbe la natura, le stagioni, i tempi e i modi delle procreazione.
No, la possibilità di diventare favonio o grecale, nel momento in cui siamo bora, non ci è proprio dato, né concesso.
Non ce l’abbiamo con i nostri amici, anzi, li rispettiamo e li vogliamo bene perché li conosciamo e sappiamo che sono sapienti e capaci nel loro ruolo di soffiare sempre nella direzione, la solita, che hanno avuto in dote da madre natura.
Il rispetto dei ruoli e la coerenza hanno un valore che ci porta a godere questo primo caldo sole ed a vivere il risveglio della natura con il filo d’erba che cresce e sale e le minute foglie che rivestono i rami.
La primavera è, per noi, un grande vaso di fiori di diversi colori e di diversi profumi che stanno a significare il cambiamento, la nuova vita e fanno pensare ancor più all’amore; alla voglia di correre, senza freni, lungo le minute e tortuose gole, qual è quella del Cigno, come in un tunnel o di affrontare con forza le fessure per sentirle fischiare; scivolare sull’erba tenera di un prato e vederla stesa come a trattenere il respiro.
È la primavera quella che, a noi vento del nord, ci dà più liberta di movimento e la calma per farlo, soprattutto quando sentiamo intorno l’agitazione di chi ha cominciato o sta per cominciare la sua campagna elettorale, o, di quelli che, per forza, si devono candidare e, per cogliere questo obiettivo, sono disposti anche a vendere la propria anima al primo offerente di turno.
È così che nascono nuove sigle che vanno ad aggiungersi alle altre già note, non importa se riguardano partiti o finte associazioni culturali, quest’ultime sempre utili per chi si vuole riciclare.
Quella di candidarsi è diventata una rincorsa più che una corsa, soprattutto da parte di chi vede la politica non l’opportunità che viene data a fare, ma a-ffare per poter realizzare, non i sogni, ma i bisogni.
È per questo che non ha più significato la natura, cioè il modo di pensare e la direzione che uno si deve dare, e, in questo senso, con chi stare, ma l’importante diventa spartire la torta o la pagnotta e non pensare e, così, riporsi nella volontà di un altro. In pratica, annullarsi per annullare l’idea, la voglia del domani, facendo andare avanti i processi di omologazione e di isolamento di ognuno di noi da tutti gli altri, come a far credere che la vita è solo un momento di passaggio per soddisfare il bisogno di consumare che hanno messo nella testa di ognuno e non, invece, l’impronta che uno lascia nel momento in cui non è solo passato ma c’è stato.
Continuando di questo passo il rischio è che non c’è più il domani, ma solo l’oggi, quale può essere una scampagnata o una campagna elettorale che porta ad animare la politica per il tempo necessario ad andare a votare e poi fermarsi ad aspettare l’occasione di una nuova campagna elettorale.
Per noi restano fermi il rispetto e la coerenza e l’impegno che tutti i giorni bisogna dare con un pensiero per gli altri, sapendo che non sono diversi da te e che dal loro stato di benessere dipende la tua gioia, la tua felicità, la tua voglia di dare.
E così avanti a vivere questa nuova campagna elettorale con un pensiero a quella referendaria che è davvero importante per il futuro dei giovani visto che si parla di allontanare per sempre i padroni dall’acqua, che è un bene pubblico, cioè di tutti, e, di cancellare la legge che più sta a cuore ai berloscones di destra e di sinistra, quella che vuole reinserire il nucleare per avere due piccioni con una fava: guadagnare un mare di soldi per costruire questi mostri di cemento e di imbecillità e non lasciare niente al futuro delle nuove generazioni.
I padroni sono sempre stati famosi per il loro buon cuore e i loro servi per il gusto che provano tutte le volte che c’è da leccare.
L’importante, anzi fondamentale è la scadenza del 12 e 13 giugno prossimo quando bisogna andare tutti a votare per far rimangiare a lor signori laa voglia di strafare a spese di chi ha solo bisogno di mangiare.


A Vòreie

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