LA DELUSIONE



Se togliamo i soldi dalla politica lo scenario cambia profondamente.
Il primo a sparire sarà Berlusconi, che, invece di rimetterci, ha moltiplicato i suoi favolosi incassi in questi anni che si è dato alla politica nel nome di Dio e del popolo e, anche, della P2. Incassi stratosferici, negli ultimi anni, quelli di questo re Mida prestato alla politica il tempo necessario (una ventina di anni) per distruggerla. Incassi che gli danno la possibilità di accumulare una fortuna e un putiferio di ville, soprattutto di spendere qualche centinaio di migliaia di euro al giorno. Più o meno gli spiccioli che riesce a raccogliere non pagando i suoi numerosi collaboratori, in primo luogo gli avvocati, i ministri e la squadra vincente dei sottosegretari che presto verranno chiamati “saldi o svenduti”. Poi sparirà, per essere nel frattempo messa al fresco dai soliti magistrati comunisti, la Casta che i soldi li ha fatti proprio con la politica, rubandoli.
Subito dopo andrà via la Moratti, l’attuale candidato sindaco di Milano con in mano 20 milioni di euro di suo marito petroliere da giocare in questa campagna elettorale, che ieri ha dato una rasoiata, del tutto gratuita al suo avversario Pisapia.
Un’azione vomitevole propria della razza padrona che crede che con i soldi si possa fare tutto quello che è riuscito a fare il suo capolista del centro destra di Milano in tutti questi anni che si è fatto valere- a parte il bunga a bunga, il baciamano a Gheddafi, il feeling con Putin, l’applauso all’ultimo dittatore sconosciuto al Ministro della guerra La Rissa, la svendita al francese Sarkosy – per aver introdotto nella politica la grande arte della menzogna e della infamia con un misto di vittimismo che non guasta mai quando si deve offendere quanti fanno il loro dovere e dare ragione e spazio ai criminali.
Scomparirà anche Formigoni e tutti i Formigoni  che si avvalgono dei soldi di Comunione e Liberazione quest’opera di beneficenza che si avvale della Compagnia delle Opere per fare solo gli affari, cioè i soldi da investire poi nelle campagne elettorali, in modo da avere in mano il potere ai vari livelli, da quello centrale a quello locale.
Scomparirà la criminalità, soprattutto quella organizzata, che non ha significato senza i soldi e gli affari.
Con questi possessori di moneta scompariranno anche –  è questa di sicuro la più grande liberazione del paese dalla puzza che lo ammala giorno dopo giorno - tutti i servi e i lecchini più svariati, soprattutto quelli che si sono appropriati della televisione e dei giornali. Ci pensate a una televisione pubblica senza i Minzolini del tg1, i direttori generali, i Ferrara e tutte quelle oche che starnazzano dalla mattina alla sera con il solo scopo di annebbiare il cervello alla povera gente, in particolare quella più debole e quella più anziana.
Uno scenario nuovo fatto di uomini veri, quelli che vivono sogni, hanno a cuore i valori e non si lasciano schiavizzare dai soldi perché sanno che non se li possono portare nell’aldilà e che sanno bene che la bara non prevede le tasche e che è da fessi diventare i più ricchi dei tanti piccoli e grandi cimiteri della loro destinazione finale.
Sta per chiudersi una campagna elettorale per il rinnovo dei consigli comunali e provinciali, con i muri tappezzati come un tempo di manifesti di mille e mille facce di candidati che aspettano di andare ad occupare un banchetto in questo o quel consesso istituzionale sulla spinta di una rincorsa in campagna elettorale che è diventata un po’ lo sport nazionale da quando la politica con i soldi è diventata un affare.
Non sanno, poveretti, che non sarà più così nel momento in cui lo scenario della politica è, per le periferie già cambiato, con le casse pulite dal governo centrale per accaparrarsi tutto quel poco che è rimasto e poterlo utilizzare nella campagna elettorale di quando co sarà il governo centrale da rinnovare. Si ritroveranno ad aver fatto un investimento senza aver calcolato bene i frutti che esso potrà dare. I soli guadagni possibili previsti sono quelli di rimboccarsi le maniche ed impegnarsi per gli altri, per la comunità, come del resto spetta a un eletto che deve gestire una delega da parte del suo elettorato.
Solo in questo modo sarà possibile recuperare uno spazio all’interno della politica ed esercitare un ruolo, quello di amministrare il bene comune e non il proprio personale, possibile solo quando l’obiettivo diventa il denaro.
La nostra impressione è che la delusione sarà il solo vero risultato che raccoglierà chi uscirà vincente da questo scontro elettorale, nel momento in cui non ci saranno soldi da gestire o raccattare.  
A vòreie   

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