8 MARZO

A tutte le donne del mondo 


Un tempo non lontano, l’8 marzo, era un giorno particolare, di grande emozione, con le donne protagoniste. Parlo degli anni a cavallo del 1970 e penso alle compagne della sezione del PCI e della Casa del Popolo di  S. Quirico – Legnaia, quartiere allora alla periferia di Firenze, che ogni anno facevano rivivere la festa dopo giorni di preparazione.
Fernanda, Daniela, Donella, Graziella, Maria Luisa e tante altre ancora le protagoniste con Paolo, Carlo, Ruggero e me a eseguire gli ordini impartiti dalle compagne, in un via vai che sembrava confusione ma aveva un suo ordine naturale.
Il nostro grande vecchio, Ruggero, parlava dell’8 marzo con mesi di anticipo, prima ancora del settimanale “Noi Donne” che si diffondeva ogni domenica con” l’Unità” (600 copie con oltre 20 compagni impegnati), “Rinascita” e  “Giorni-Vie Nuove”, settimanale diretto da Davide Lajolo, il mitico Ulisse della guerra di Resistenza sulle colline dell’astigiano.
Due punti fermi dell’organizzazione, che variava di anno in anno e che richiamava donne e uomini che non erano iscritti al Partito e alla Casa del Popolo, era la diffusione straordinaria di “Noi Donne” con il rametto di mimosa. L’altro, l’attenzione particolare che era riservata alla bandiera della pace, quella cucita dalle donne subito dopo la guerra e più volte innalzata nel corso degli anni di grandi tensioni e di grandi scontri, soprattutto quando la pace era in pericolo e con essa la democrazia da poco conquistata con il sangue di tanti giovani e di tante donne amanti della libertà del proprio Paese da riscattare dall’oppressione e la violenza nazi-fascista.
Tante pezze colorate cucite insieme a inneggiare la pace, il filo che teneva insieme il dialogo tra comunisti e cattolici, due mondi che, per tutti gli altri  temi, erano separati da possenti steccati.
Era un giorno di grande aggregazione e di riflessione sulle condizioni delle donne discriminate e maltrattate in casa, nelle fabbriche e nella società. 
Un 8 Marzo di riflessione e di dialogo che ha dato uno straordinario contributo alle conquiste delle donne in quegli anni. Ancora lontana dalla sua trasformazione in una festa qualunque, sola occasione di consumo e d spreco alla pari di quelle dedicate a S. Valentino, per ricordarsi dell’amore; ai nonni peri andarli a visitare in un ospedale o in un ospizio; al papà e alla mamma, per poi trascurarli.
Per quanto mi riguarda, l’8 marzo mi riporta a quelle emozioni di un tempo, al suo significato e al fondamentale ruolo delle donne che il sistema in crisi ha trasformato in un oggetto di consumo per non far esprimere ad essa il ruolo che le spetta di trasformazione profonda della società nel momento in cui c’è più eguaglianza, più democrazia, più dialogo, più libertà.
E’ questo l’8 Marzo che personalmente, insieme a larinoviva.it, voglio dedicare alle donne di tutto il mondo, soprattutto quelle che vivono la fame, lo sfruttamento, la miseria, la povertà, le mutilazioni, la perdita di dignità per un mondo regolato da un solo dio, il denaro.

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