LANDINI, IL CAPO DELLA FIOM, E’ L’UNICO AD AVERE LE IDEE CHIARE



Ascoltando il segretario della Fiom, Landini,  a “Servizio Pubblico”, la bella trasmissione di Santoro tutta dedicata alla TAV, mi sono ancor più convinto, anche alla luce della drammatica situazione e delle scelte inique e ingiuste del nuovo governo,  che è l’unico oggi titolato a guidare un partito rappresentativo della sinistra sempre più dispersa in mille rivoli.

Un nuovo grande partito al quale personalmente mi sentirei di aderire immediatamente per dare, come ho fatto per 40 anni con il Pci, Pds e Ds, il mio contributo fino alla costituzione del Pd dei Veltroni, Fassino, Rutelli, Fioroni, Bersani, D’Alema, Fassino e via discorrendo, mangiandosi le mani per la rabbia di quanto tempo è stato sprecato in mancanza di idee e di programmi, al servizio della grande finanza e delle grandi potenze.

Diciamo la verità, se non ci fosse stato Berlusconi a farli parlare sarebbero passati tutti nell’anonimato, così come sta succedendo ora con Monti al quale devono dire di sì, non importa se con smorfia o senza.

La certezza di una scelta giusta, azzeccata, quanto mai urgente e di grande attualità sta soprattutto nelle idee ferme e chiare espresse dai metalmeccanici sotto la guida di Landini e le capacità di questo personaggio di guidare questi operai forgiati dall’esperienza della fabbrica, dalle sue regole e dalle sue contraddizioni, che sanno cos’è la lotta e come organizzarla, guidarla e dominarla per non essere sopraffatti e, in questo modo, diventare perdenti.

Il metalmeccanico Landini e i suoi compagni di lavoro l’analisi della situazione l’hanno fatta e come, e non oggi, quando tutti, in un modo o in un altro, hanno scoperto la crisi, ma tanto tempo fa quando hanno previsto le mosse di Marchionne e, comunque, di un capitale senza patria, padrone della politica e, come tale, dei governi che diventano semplici esecutori di ordini di chi ha una sola regola da rispettare, il profitto a qualsiasi costo.

La sinistra e il Pd questa analisi la devono ancora fare. Sta qui il fastidio che provano nel sentire Landini, soprattutto quando si vedono spiazzati dalla chiarezza delle idee di un capo  che risponde solo alla sua Fiom e dalla Fiom riceve fiducia.

Bersani ieri sera lo guardava con un’aria di sufficienza che è quella che i politici usano quando vogliono distanziarsi da chi li mette allo scoperto con le loro debolezze. Comunque ascoltando Bersani mi sono ancora più convinto delle ragioni dei No Tav e, anche, complicità espresse dai silenzi e dal non volere entrare nel merito del problema Tav e di andare avanti alzando lo spauracchio del terrorismo per dire poi che la colpa è dei No Tav.

Nessuna risposta di merito ma invocazione di democrazia a senso unico, così come sta facendo in queste ore il governo Monti e il suo Ministro Cancelleri che invoca il dialogo per dire che la Tav andrà avanti a tutti i costi. Una minaccia più che invito a dialogare.

Pasquale Di Lena.

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