Falsa soia bio con Ogm: sequestrate 1.700 tonnellate in tutta Italia

Falsa soia bio con Ogm: sequestrate 1.700 tonnellate in tutta Italia

[ 14 giugno 2012 ] da greenreport
La Guardia di Finanza ha sequestrato, a Ravenna e in altre città italiane, oltre 1.700 tonnellate di soia falsamente biologica, proveniente dall'Est Europa, con concentrazioni di organismi geneticamente modificati doppie rispetto al consentito. La soia, dopo essere sbarcata nel porto di Ravenna, veniva dichiarata "biologica" da false certificazioni, ma i risultati delle analisi, effettuate dalla GdF con l'aiuto Azienda unità sanitaria locale di Ravenna, hanno mostrato un'allarmane presenza di Ogm: quasi il doppio della soglia limite consentita dalla normativa Ue.

La Guardia di Finanza di Ravenna ha sequestrato immediatamente quasi 500 tonnellate di soia stoccate nel porto e poi ha rintracciato il resto del carico che era già stato distribuito tra diversi grossisti italiani, sequestrando così altre 1.200 tonnellate di falsa soia biologica contenente Ogm in diverse città. Le Fiamme gialle e la Procura della Repubblica di Ravenna, stanno indagando per chiarire le posizioni dei vari soggetti coinvolti nella vicenda.

Secondo il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «L'ottimo risultato ottenuto dalla Guardia di Finanza dimostra che non bisogna abbassare la guardia nel settore delle frodi alimentari. La soia sequestrata oggi, oltre che falsamente bio, è risultata geneticamente modificata oltre i limiti consentiti dalla legge e quindi, oltre a danneggiare il pregiato settore dell'agricoltura biologica e di qualità potrebbe essere potenzialmente pericolosa anche per la salute dei consumatori. Importante ora risalire ai responsabili della frode per stroncare il traffico di sostanze illegali che possono entrare nella catena alimentare anche attraverso il settore dell'allevamento che ne sarebbe inevitabilmente danneggiato».

«Seguiamo con attenzione gli sviluppi dell'operazione partita dal porto di Ravenna. Le truffe e le contraffazioni delle certificazioni biologiche danneggiano innanzitutto i produttori onesti e i cittadini/consumatori - È il commento di Alessandro Triantafyllidis, presidente nazionale Aiab - Dalle notizie al momento disponibili il fenomeno sembra circoscritto a partite di soia importata dall'Est Europa accompagnata da false certificazioni biologiche. Le aziende agricole italiane, quindi, risultano essere scevre da responsabilità ed essere casomai vittime di queste frodi, facilitate dagli appetiti speculativi determinati dalla crescita del mercato e dell'import biologici. È infatti evidente che l'espansione continua dei consumi e le grande vitalità del settore attirano gli interessi della speculazione e della criminalità. Non possiamo quindi che plaudere all'azione della Guardia di Finanza di Ravenna», confermando come l'Associazione italiana per l'agricoltura biologica ritenga decisivo «L'invito a stringere le maglie dei controlli agroalimentari lungo tutto la filiera, con particolare attenzione all'import».
«La Commissione - ha sollecitato poi Confagricoltura - deve approvare i codici doganali specifici per il bio, da troppo tempo rinviati, e sospendere il regime di equivalenza ai paesi extra UE da cui è pervenuto il prodotto fraudolento. In più occasioni abbiamo denunciato come entri in Europa e nel nostro Paese prodotto pseudo-bio perché manca il codice doganale specifico per il bio extra-Ue. Basta un certificato falso e un prodotto convenzionale passa come biologico e non si ha la possibilità di tracciarlo. I sistemi di certificazione sui prodotti non comunitari sfuggono totalmente al controllo rigidissimo dell'Ente Europeo per l'Accreditamento (EA), a cui sono sottoposti invece quelli europei ed italiani»
«I prodotti sequestrati oggi dalla Guardia di Finanza di Ravenna erano già stati fermati dagli organismi di controllo autorizzati, impegnati da mesi in un'opera straordinaria di verifica sui prodotti importati. La Federazione è già parte civile nel processo iniziato a Verona contro i responsabili di altre frodi e con i propri associati è sempre a fianco delle Autorità pubbliche e della Magistratura per garantire i consumatori e punire i delinquenti», sottolinea infine Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio.

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