FILIPPO DE CURTIS & Co. DELL'UNIVERSITA' DEL MOLISE

Ricerca italiana: batteri antagonisti per controllare i patogeni fungini sul pomodoro
  • da Freshplaza.it

  • Rhizoctonia solani Kuhn e Sclerotium rolfsii Sacc. sono patogeni fungini che causano marciumi su molte colture orticole sia in coltura protetta sia in pieno campo provocando consistenti perdite di produzione. Si riscontra un'elevata incidenza di questi due patogeni soprattutto nel Centro e Sud Italia, aree in cui la coltivazione di pomodoro (Lycopersicon esculentum L.) è molto diffusa.

    Attualmente, ci sono alcuni fungicidi efficaci per controllare questi patogeni, quando permesso, ed esistono anche mezzi chimici di controllo che però implicano rischi tecnici, ambientali e tossicologici. Inoltre, diventa difficile proteggere la pianta applicando fungicidi quando l’apparato fogliare è molto sviluppato e copre la zona del colletto dove di solito inizia l’attacco di questi patogeni.

    Negli ultimi anni, la necessità di ridurre i costi energetici in agricoltura e di sviluppare strategie di difesa più sicure ed eco-compatibili ha incoraggiato la ricerca a valutare l'efficacia di nuovi metodi di controllo degli agenti patogeni presenti nel suolo. Fra questi, stanno emergendo sistemi di lotta che consistono nell'impiego di microrganismi (lieviti, funghi, batteri) antagonisti, utilizzati da soli oppure combinati con fungicidi o additivi naturali.

    Molti studi hanno infatti dimostrato l'efficacia di questi microrganismi nel controllare gli agenti patogeni sia durante la coltivazione sia durante la conservazione post-raccolta. I principali meccanismi di azione di questi microorganismi antagonisti consistono nella parassitizzazione del patogeno, secrezione di molecole bioattive con azione antibiotica, competizione per lo spazio ed i nutritivi, stimolazione dei meccanismi di difesa della pianta.

    In questi anni, le prove svolte per saggiare l'efficacia e la modalità di azione di agenti biologici somministrati per via fogliare hanno rivelato che la loro azione non ha significativamente ridotto l'incidenza del marciume radicale poiché la sospensione di agenti antagonisti non riesce a raggiungere sufficientemente la zona del colletto quando l'apparato fogliare è troppo sviluppato. Per queste ragioni, la ricerca sta studiando come migliorare la somministrazione di questi biofungicidi e massimizzare la loro efficacia in campo.

    La ricerca condotta nel 2010
    L'obiettivo del lavoro di De Curtis et al. (2010) era valutare:
    1. L'efficacia di alcuni batteri contro R. solani e S. rolfsii sul pomodoro allevato sia in camera di crescita sia in pieno campo.
    2. L'efficacia di somministrare questi batteri in campo attraverso l'irrigazione localizzata (a manichetta).
    Per la sperimentazione sono stati isolati il ceppo FS-66 di R. solani ed il ceppo FS-71 di S. rolfsii, i quali sono stati inoculati su giovani piantine di pomodoro per verificarne la patogenicità. Successivamente sono stati isolati 150 ceppi batterici potenziali antagonisti, di questi 43 sono stati selezionati e saggiati per l’azione fungicida e per l'assenza di patogenicità sul pomodoro. Al termine di queste prove preliminari, i ceppi batterici più efficaci sono risultati due, T1A-2B e T4B-2A.

    La prima parte della sperimentazione è stata condotta in una camera di crescita impostata a 25°C e 60% UR (umidità relativa) con un fotoperiodo di 15 h di luce e 9 h di buio utilizzando piantine di pomodoro allevate in vasi di diametro 8 cm.

    Lo schema sperimentale consisteva nel saggiare 8 trattamenti:
    1. biocontrollo con T1A-2B (Burkholderia cepacia);
    2. biocontrollo con T4B-2A (Pseudomonas spp.);
    3. biofungicida BSF4 (Agribiotech, Cremona, Italy) a base di Bacillus subtilis;
    4. biofungicida TV1 (Xeda Italia, Forlì, Italy) a base di Trichoderma asperellum;
    5. fungicida chimico a base di tolclofos-methyl (Rhizolex, Basf);
    6. fungicida chimico a base di azoxystrobin (Ortiva, Syngenta);
    7. fungicida chimico a base di fosetyl-Al (Alliette, Bayer);
    8. fungicida chimico a base di fosetyl-Al addizionato a propamocarb (Previcur Energy, Bayer).
    I fungicidi sono stati applicati secondo quanto indicato in etichetta e sono stati impiegate sia piante inoculate sia piante non inoculate come controllo. Le piante sono state ferite artificialmente sullo stelo a livello del colletto, successivamente 5 ml di sospensione fungicida è stata spruzzata sullo stelo; dopo 24 h le piante sono state inoculate con R. solani e S. rolfsii.

    L'intensità della malattia è stata valutata periodicamente secondo una scala di valori da 1 a 5:
    1= nessuna lesione dello stelo;
    2= lieve lesione dello stello (<25% della circonferenza dello stelo);
    3= moderata lesione dello stelo (dal 26 al 50% della circonferenza dello stelo);
    4= estesa lesione dello stelo (>51% della circonferenza dello stelo);
    5= pianta morta.

    La seconda parte della sperimentazione è stata condotta in campo da maggio a luglio nell'azienda sperimentale di Larino (Campobasso, Italy). I trattamenti saggiati erano:
    1. ceppo batterico T1A-2B
    2. ceppo batterico T4B-2A
    3. biofungicida BSF4
    4. biofungicida TV1
    5. fungicida chimico tolclofos-methyl
    6. controllo con solo acqua
    Prima del trapianto in campo, le piantine sono state incise sullo stelo a livello del colletto, dopo 1 h le piante sono state trattate con i diversi fungicidi e dopo 24 h sono state inoculate con i funghi patogeni. Le piante sono poi state trapiantate disposte con un sesto d’impianto di 60 cm x 100 cm. Dopo 7 giorni dal trapianto, i trattamenti fungicidi venivano ripetuti 3 volte ogni settimana e venivano somministrati utilizzando un sistema di irrigazione localizzata con impiego di manichette.

    L'intensità della malattia è stata valutata settimanalmente da 10 giorni dopo l’inoculo alla maturità commerciale dei pomodori; la valutazione è stata fatta utilizzando la stessa scala da 1 a 5, adottata per la sperimentazione in camera di crescita.

    I risultati
    Dalla sperimentazione in camera di crescita è risultato che il ceppo T1A-2B di Burkholderia cepacia ha significativamente inibito il marciume causato da S. rolfsii riducendo dell’81% l’incidenza della malattia rispetto alle piante non trattate; al contrario B. cepacia non ha influenzato lo sviluppo di R. solani. L’azione fungicida del ceppo batterico T1A-2B è risultata più efficace degli altri bio-fungicidi e dei fungicidi chimici contenenti fosetyl-Al, mentre la sua efficacia è risultata comparabile con quella del tolclofos-methyl e di azoxystrobin. Il ceppo batterico T4B-2A di Psudomonas spp. è risultato inefficace contro S. rolfsii, mentre ha significativamente inibito lo sviluppo di R. solani riducendo l’incidenza dell’infezione del 47,4% rispetto alle piante di controllo.

    Dalla sperimentazione in campo è risultato che il ceppo batterico T1A-2B ha ridotto significativamente l’infezione da R. solani del 56% e del 64% e quella da S. rolfsii del 58% e del 33%, rispettivamente nel 2006 e nel 2007. Il ceppo batterico T4B-2A ha ridotto l’incidenza dell’infezione da R. solani del 63% e del 59% e quella da S. rolfsii del 59% e del 73%, rispettivamente nel 2006 e nel 2007. Tuttavia, in entrambi gli anni di sperimentazione, il fungicida chimico tolclofos-methyl è risultato il trattamento più efficace che ha ridotto l’incidenza di entrambi i patogeni del 100%.

    Infine, la modalità di somministrazione dei fungicidi utilizzando il sistema di irrigazione localizzata è risultata idonea ed efficace nel raggiungere lo stelo a livello del colletto, inoltre tale sistema ha permesso di trattare contemporaneamente le piante anche a diversi stadi fenologici. La ricerca ha quindi dimostrato la possibilità di impiegare mezzi biologici per controllare i patogeni responsabili del marciume radicale del pomodoro.

    Lavoro di ricerca originale. De Curtis F., Lima G., Vitullo D., De Cicco V., "Biocontrol of Rhizoctonia solani and Sclerotium rolfsii on tomato by delivering antagonistic bacteria through a drip irrigation", Crop Protection, 2010, Issue N. 29, pagg. 663-670.

    Per informazioni:
    Filippo De Curtis
    Email: decurtis@unimol.it

    Data di pubblicazione: 29/05/2012
    Autore: Emanuela Fontana
    Copyright: www.freshplaza.it

    Commenti

    Post popolari in questo blog

    Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

    Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

    La tavola di San Giuseppe