IL FUTURO DEL MOLISE, VERDE E BIOLOGICO



Invitato a parlare all’interessante incontro “Molise futuro prossimo”, ho iniziato il mio intervento dicendo che solo se si ha la capacità di ripartire dal territorio è possibile progettare e programmare il futuro del Molise che, per quanto mi riguarda, non può che essere “verde e biologico”. 

Si tratta di progettare per l’intero territorio molisano un’“AGRICOLTURA BIOLOGICA” che ha lo scopo di voler ridare al settore primario quel suo ruolo di centralità per uno sviluppo sostenibile e di cogliere i valori della modernità e dell’attualità, nel momento in cui essa afferma, e realizza, i valori della ruralità. Valori fondamentali per il rinnovamento dell’agricoltura e per il rilancio del Molise che, nei decenni passati, ha saputo più sprecare che spendere le ingenti risorse messe a disposizione dallo Stato e dall’Europa, invece di renderle investimento per il futuro. 

L’idea parte dalla realtà e, in tal senso, dal patrimonio che questa realtà esprime con le sue risorse e i suoi valori. Si tratta di cogliere queste risorse e questi valori propri del territorio molisano e di spenderli sul mercato per avere valore aggiunto da reinvestire sullo stesso territorio e, così, salvaguardarlo, tutelarlo, promuoverlo e, come prima rilevavo, spenderlo. 

In particolare, si vuole cogliere del Molise la sua grande vocazione agricola e rurale per trasformarla in una grande opportunità di rinascita del territorio e delle sue risorse storico – culturali, paesaggistico – ambientale, produttive e, non meno importanti, quelle legate alle tradizioni e all’ospitalità.

Sono i dati ad affermare l’importanza e la centralità dell’agricoltura: 11 mila aziende attive (dati 2011) sulle 32 mila complessive operative nel Molise. In pratica il 30% delle imprese attive in tutti i settori, con le attività commerciali che seguono a distanza (7.2599), le costruzioni (4.112) e, ancora più lontane, quelle manifatturiere (2.460), a significare il peso decisivo dell’agricoltura nell’economia regionale.  

Non partire da questo settore vorrebbe dire non tener conto della realtà che si vuole sostenere

per trasformarla e, con essa, trasformare l’intero Molise per proiettarlo nel futuro, con un indirizzo produttivo – lo ripeto-  sostenibile e compatibile, intorno al quale far crescere e ruotare l’insieme delle attività e dare, così, una risposta forte al bisogno di occupazione, soprattutto dei giovani e delle donne.

Una scelta che permette di vivere l’era della conoscenza, che ha posto fine al periodo della centralità dell’industria, e che sta mettendo in crisi il consumismo esasperato, ciò che porta a pensare al bisogno di rivedere lo sviluppo che ha caratterizzato i periodi precedenti e, in particolare, quello che va dalla ricostruzione degli anni cinquanta ai giorni nostri. 

Ogni giorno si registrano segnali che portano a pensare che il mondo sta cambiando con una velocità che neanche gli esperti più avveduti erano riusciti a prevedere.

Le carenze energetiche e il costante aumento dei costi del petrolio; il ritardo registrato dalle energie alternative; il problema dei rifiuti; gli squilibri tra il nord  ed il sud del mondo; la carenza di acqua
e i rischi che corrono il paesaggio e l’ambiente con la perdita della biodiversità, sono solo una parte dei grandi problemi che assillano il mondo.


  L’agricoltura, proprio perché cibo, ambiente, paesaggio, qualità e tipicità, è una risposta alta a questi problemi e alle domande che il consumatore pone al mondo della produzione, della trasformazione, del commercio e ai governi delle istituzioni, ai vari livelli. Tanto più un’agricoltura in un territorio vocato come quello del Molise, che può ricavare dalla sua conversione totale in biologico, un importante ed efficace valore aggiunto dai mercati dei Paesi più ricchi, dove ogni giorno nascono catene di negozi specializzati nella vendita dei prodotti organici. 

Una realtà, quella della domanda di prodotti biologici, in forte crescita che fa pensare al bisogno solo di organizzare l’offerta per rispondere con le quantità, oltre che con la qualità, ai bisogni di un numero sempre più numeroso di consumatori e, per di più, di ogni parte del mondo.   

Una grande occasione per l’esportazione dei nostri prodotti e un’opportunità per trasformare il territorio in un giardino di olivi e viti di alberi da frutta e di ortaggi e seminativi, che serve ancor più a dare immagine e valorizzare, ai fini turistici, un territorio integro sotto l’aspetto ambientale e bello sotto quello paesaggistico. 

Si tratta dell'intero territorio del Molise ad essere interessato e ciò dà la possibilità alle aziende di vivere il mercato globale e, nel contempo, un mercato di consumatori che possono trasformarsi in turisti che sentono la necessità di conoscere e visitare il territorio di origine dei prodotti acquistati. 

Un doppio vantaggio, a significare che la trasformazione della principale attività, l’agricoltura, porta a dare risposte di reddito e di vita non solo ai suoi protagonisti ma, anche, a chi vuole sviluppare altre attività indotte da questa rivoluzione del principale settore economico del Molise. 

Altri vantaggi sono la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e del paesaggio, cioè la sostenibilità, e, insieme, la valorizzazione delle risorse che il territorio esprime. 

Un Molise che va, con la sua agricoltura biologica, a segnare e affermare due centralità entrambe di grande attualità e, nel momento in cui si proiettano nel futuro, di assoluta modernità: l’agroalimentare-ruralità e la sostenibilità. In questo modo lo sviluppo di un Molise arricchito di percorsi del gusto e delle bellezze, delle sorgenti e delle fontane, dei castelli e delle rocche, delle chiese e delle cattedrali, delle case in pietra e dei palazzi nobiliari, dei monti e del mare, delle feste e delle tradizioni. 

Un Molise sempre più verde e biologico, che apre anche ad altri progetti e ad altre possibilità di coinvolgimento dei molisani:

- la riscoperta del tempo quale straordinario e primario valore;

- il recupero dei piccoli centri, soprattutto quelli storici, e delle attività artigianali e commerciali che l’hanno sempre animati;

- una casa regionale della cultura del gusto e/o un’Enoteca regionale;

- la realizzazione di una rete di siti che richiamano la lunga storia dell’emigrazione e che, una volta collegati, possono creare interessanti circuiti atti a richiamare i discendenti dei nostri emigranti;

- la nascita di luoghi dove dare spazio alle innovazioni; una “banda larga” che mette il Molise in contatto con il mondo;

- l’organizzazione delle feste e delle tradizioni in un sistema capace di trasformare ognuna di esse in fattore di promozione e di sviluppo, soprattutto turistico;

- la creazione di filiere agroalimentari con la nascita di un nuovo associazionismo dei produttori;

- lo sviluppo di fattorie sociali e di quelle didattiche; l’Università dell’olivo e dell’olio e l’Olivoteca d’Italia e tante altre iniziative ancora, tutte all’insegna di un Molise biologico.  

Sogni che servono alla pesante crisi per essere superato e vinta al più presto. Sogni che meglio rispondono a una comunicazione vincente del Molise; alla domanda di occupazione e alla voglia di restare dei nostri giovani. Certo, sogni che si possono realizzare solo se la classe dirigente del Molise ha la sensibilità di cogliere le peculiarità di questa nostra terra e la capacità di organizzarle e di spenderle e valorizzarle, in modo da rendere il Molise esempio che altri devono prendere in considerazione, se vogliono vivere la vita con il gusto della sobrietà e l’orgoglio della propria identità

Pasquale Di Lena




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