LARINO, LA CULLA DELLE CITTA' DELL'OLIO, APRE LA RACCOLTA DELLE OLIVE 2012
Con l’apertura a Larino, la culla delle città dell'olio, del frantoio della Cooperativa larinese
prende il via nel Molise la campagna raccolta delle olive 2012 sotto un cielo sereno che
lascia sperare gli olivicoltori.
Una raccolta che parla di un olio di grande qualità, con la
quantità che non dovrebbe risentire più di tanto della stagione segnata
fortemente da un lungo periodo di siccità.
Il mercato è fermo e, per ora, da quest’altra faccia della
medaglia della raccolta non è arrivato alcun segnale.
Un silenzio, dicono gli esperti, dovuto alle rimanenze
consistenti della raccolta 2011, ciò che dovrebbero far pensare a prezzi
stabili. Diversamente le previsioni di raccolti scarsi in alcune importanti
regioni del centro-nord fanno prevedere una pressione della domanda e, come
tale, un possibile aumento dei prezzi delle olive e dell’olio.
“Il prezzo - come afferma un esperto conosciuto, Alessandro
Patuto - è legato alla resa delle olive in olio e ultimamente sempre più alla incertezza di
operare in un contesto di mercato e di politica locale e territoriale.
Incertezza che non consente di poter programmare al meglio la nuova campagna
olearia con ripercussioni sulla mancanza di sicurezza di reddito per i
produttori a causa dei ridotti margini di guadagno”.
Il mondo degli olivicoltori sta pagando duramente il vuoto
di politiche atte a far vivere al comparto tutti i successi che merita, non
solo per quello che dà alla produzione agricola, ma anche, e soprattutto,
all’ambiente ed al paesaggio in aree, quelle cosiddette dell’osso, dove sono
poche le colture alternative.
Manca sempre e da sempre un piano olivicolo nazionale e,
come in altri comparti, una strategia di marketing senza i quali è difficile programmare
e sperare in quel valore aggiunto dato dalla qualità e dalla tipicità dell’olio
molisano, o meglio, degli oli della nostra regione, padrona di ben 18 varietà
autoctone, tra le quali primeggia per estensione (33%) la “Gentile” di Larino,
che caratterizza gran parte dell’antica terra dei Frentani; l’“Aurina” di
Venafro; la “Gentile o Oliva nera” di Colletorto; la “Rosciola” di Rotello; la “Cerasa”
di Montenero di Bisaccia; lo “Sperone di Gallo” del Molise centrale, che
riguarda tutta la fascia che collega il Biferno al Fortore; l’”Oliva nera” che
da Monteroduni sale verso le Mainarde; mentre l’”Oliva bianca” predilige il
Matese, infine, in quel cerchio magico che si distende sul Verrino, l’”Olivetta
nera” di Poggio Sannita.
Padsqualedilena@gmail.com
BRUSCHETTA!!!!!!!!XXXOOO
RispondiEliminabruschetta, pane e olio, pane olio e pomodoro con una nevicata di rosmarino, fagioli o ceci.....profumo di olive appena spremute e quel piccante che non ha paragoni.
RispondiEliminaPeccato che fra qualche giorno non sei qui e vivere insieme a te ed ai tuoi il rito dell'olio nuovo appena ancora caldo di frantoio
Ho sempre subito il fascino della raccolta e molitura delle olive e ho sempre desiderato di vivere la soddisfazione di "farmi l'olio". Un paio d'anni fa ho acquistato del terreno con una trentina di piante e il sogno è stato coronato.
RispondiEliminaDunque anch'io quest'anno mi dedicherò ai lavori stagionali di raccolta delle olive e qualche "trappitaro" si incaricherà di propinarmi la quota di fregatura che mi compete!
è poco quello che gratta la macchina del trappeto di fronte alla emozione che ti dà quella fontana di olio che esce dal separatore e cade nello ziro di raccolta. Ancor più l'emozione dell'assaggio con il dito indice pensando a una fetta di pane unta e poi il pane inzuppato pensando a un piatto di fagioli di Acquaviva di Isernia e , ancora, un piatto di fagioli pensando a uno di ceci mentre auguri agli amci che vada tutto liscio come l'olio
EliminaLa raccolta delle olive, come la vendemmia, rievocano momenti di grande gioia trascorsi nella lontana infanzia. Oggi queste azioni assumono un' importanza senza precedenti per la valorizzazione dei prodotti e per la salvaguardia e lo sviluppo di attività lavorative che sono alla base dell'economia molisana.
RispondiEliminaL'attenzione che il cittadino, l'operatore della scuola, lo studente pone verso queste attività è l'indicatore privilegiato della sensibilità che la nostra collettività ha nei confronti dello sviluppo e della ripresa.
Sono d'accordo. In questo senso la bella iniziativa di simulazione della vendemmia di una volta dell'istituto per dare spazio alla memoria e alla ritualità che rappresentava gioco, gioia, soddisfazione dei risultati ottenuti con tanta fatica, socializzazione, solidarietà e reciprocità.
EliminaAnch'io credo nella sensibilità della nostra comunità, in particolare dei giovani soprattutto se bene indirizzati.