CONTINUA IL SUCCESSO DEI VINI ITALIANI NEL MONDO

foto di pasquale gianquitto
Siamo il Paese che esporta di più e che continua a vincere sul mercato con i suoi grandi vini, mentre arretra paurosamente la superficie viticola in Italia e nel resto del Mediterraneo. È iniziata la vendemmia in quasi tutte le regioni italiane e le previsioni parlano di buona qualità e, anche, di un aumento delle quantità (45 Mln di hl.) con un recupero di quelle perse negli ultimi due anni.  

Si prevede a fine anno  una crescita degli scambi di vino  a livello mondiale, del 5% secondo le stime elaborate da Corriere Vinicolo, mentre per l’Italia la crescita delle esportazioni si aggirerà intorno al 10% che non è poca cosa, visto che continua il successo dello scorso anno.

Si parla di un valore pari a 35 miliardi di dollari alla fine del 2013, secondo l’andamento del primo semestre da poco trascorso, con l’Italia che andrà a registrare il record dei 5 miliardi di euro.
 
A trarre maggior vantaggio dall’aumento degli scambi mondiali di vino è, sempre secondo le stime del Corriere Vinicolo, lo sfuso con un +10% per un valore pari a 4 miliardi e 300 mila dollari, a seguire il confezionato (+5% e un valore di quasi 25 miliardi di dollari) e, poi, gli spumanti per un valore di poco superiore ai 5,7 miliardi di dollari, con il Prosecco, sempre sull’onda del successo, con un +3,7% 

Stante alle previsioni gli spumanti dovrebbe far incassare al nostro Paese 900 milioni di dollari (+19%) e il vino confezionato 4,7 miliardi di dollari (+6%) che, in questa classe di vini, ci porta ad avvicinare la Francia sempre prima con il 26,1% delle quote del commercio mondiale, con l’Italia seconda con il 19%. 

È su questi mercati del mondo che si realizza la metà del fatturato del vino italiano, a dimostrazione che serve più che mai una strategia di marketing che porti a rafforzare questo dato e non a tenerlo sospeso con la paura di sorprese nel prossimo futuro. 

Con queste buone notizie viaggia la vendemmia che è appena iniziata un po’ ovunque,  con gli Assoenologi  che parlano di qualità e, anche, di un recupero delle quantità (intorno ai  a 45 milioni di ettolitri) perse negli ultimi due anni. Speriamo che queste previsioni vengano confermate e che il vino torni ad essere la bevanda di tutti e non solo di un’élite, nel momento in cui la scienza medica ha accertato che un bicchiere a pranzo e uno a cena, tutt’i giorni, fa bene per chi (come diceva Orazio) può bere.  C’è da dire, però, che continua a scendere (ormai sotto i 40 litri procapite) il consumo e questo è, per me, un dato preoccupante per il futuro stesso del vino.  

C’è da dire, anche, che se va avanti così bisogna reimpiantare i vigneti là dove sono stati spiantati, con un dimezzamento delle superficie negli ultimi anni. Il vigneto Italia è grande 650.000 ettari che è poca cosa per il Paese del Vino per eccellenza. Non a caso in quanto a produzione siamo ancora una volta secondi alla Francia. 

Anche il Molise (nella tabella degli Assoenologi esiste insieme con la Basilicata, Val d’Aosta, Liguria e Calabria) segue quest’andamento produttivo e si dice che oltre un’ottima qualità si dovrebbe raccogliere un 20% in più dello scorso anno.

pasqualedilena@gmail.com

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