ORGANIZZARE IL GLOCALE PER VINCERE IL GLOBALE


Seconda parte
 
 

La crisi che colpisce l’occidente offre l’occasione per ripensare ancor più al tipo di sviluppo in atto che, come si può constatare ogni giorno, e sempre più, ha bisogno di produrre, con qualsiasi mezzo, quantità e non tipicità (qualità dell’origine e diversità) che, invece, il territorio italiano, grazie alla storia ed alla professionalità dei produttori e dei trasformatori, per fortuna, riesce a dare. Ecco perché, proprio partendo da queste peculiarità del territorio italiano, io vedo il Molise ricco di straordinarie potenzialità e in grado di  avviare un nuovo sviluppo, fondato sull’aggregazione e un’elevata coesione sociale, che ha come obiettivo la sostenibilità. 

Si tratta di esaltare la propria identità per diventare con gli altri, e solo con gli altri protagonisti del territorio, gli organizzatori del Glocale, cioè di quell’immagine forte (ruralità e agricoltura) che il territorio molisano esprime con dovizia di particolari, per poter avviare, senza alcuna soggezione,  il confronto con il Globale. 

Si tratta di informare, coinvolgere e aggregare i diversi protagonisti per programmare produzioni e servizi, progettare iniziative, concentrare gli sforzi e le risorse, conquistare il mercato e cercare di trovare, in questo o quel luogo di scambi, lo spazio possibilmente più alto dove posizionare i prodotti, per avere un doppio ritorno: quello del miglior valore aggiunto e quello della voglia del consumatore di voler conoscere l’azienda e il territorio d’origine del prodotto scelto.  

 In pratica uno sviluppo del terzo settore, quello dei servizi, con il turismo enogastronomico protagonista. Un turismo che nel Molise vuol dire non solo buoni vini e buona cucina,  ma anche natura, ambiente sano, paesaggi belli, ricca biodiversità, valori legati alla ospitalità, ruralità. 

Non c’è dubbio che (vedi la Toscana) saper comunicare il prodotto e saperlo vendere vuol dire rafforzare la comunicazione e la valorizzazione del territorio, vivere quel nuovo Rinascimento di cui ha forte bisogno il nostro Molise. 

C’è, però, un aspetto che, a mio parere, limita fortemente ogni azione di marketing ed è quello della ripartizione e destinazione delle risorse, sia pubbliche che private. Ancora oggi, nonostante il mercato globale e nonostante i cambiamenti nella politica dei finanziamenti e contributi, la ripartizione e, con essa, la destinazione del prodotto, appunto il mercato, è un aspetto che, se non è assente, è comunque trascurato.  

Si pensa ancora a come dotare l’azienda di mezzi e di strutture e non, invece, a come renderla vincente sul mercato con i suoi vini, il suo olio e i suoi tartufi, senza pensare che è il mercato che deve dare al produttore le risorse necessarie per le strutture e i mezzi di cui necessita e, in questo modo, affermare la sua figura di imprenditore che non ha bisogno di elemosine ma solo di sapere cosa fare e dove andare. 

Non serve produrre e, soprattutto, produrre qualità se non si ha la capacità o la voglia di farlo sapere al consumatore, al mercato,  e questo per dire che prima di produrre bisogna pensare dove e a chi venderlo. 

Un limite, un forte limite, quello di privilegiare ancora oggi, la fase della produzione e trasformazione a scapito della comunicazione e commercializzazione (marketing), che rende difficile se non impossibile qualsiasi risultato, anche per i singoli che hanno capito l’importanza del mercato, e, dal mercato ricevono le risposte che un bravo imprenditore deve avere. Per non parlare dello spreco di denaro per iniziative, anche encomiabili, che, però, senza la continuità fanno la fine delle gocce o, se volete, dei secchielli d’acqua che riescono a bagnare la sabbia, ma solo per poco o pochissimo tempo. 

 Sta qui il grande ruolo delle istituzioni con gli strumenti e le strutture che riesce a creare e a dotarsi.

Dicevo della programmazione ai vari livelli istituzionali, che, in questo nostro Paese, è diventata perdita di tempo e, per questo, nessuna la pensa e la fa, mentre è fondamentale per capire la partenza e l’arrivo della costruzione e realizzazione di un quadro di progetti che guardano al futuro. Cioè, come muoversi lungo il percorso che collega questi due punti, con quali mezzi e con quali tempi per arrivare puntuali al traguardo che si è deciso di raggiungere. Programmazione, quindi, come bussola per chi ha il timone del governo nelle mani e per quanti, penso agli imprenditori, sono sulla stessa barca o, se volete, nave.  

E agli imprenditori spetta il compito di fare la loro parte per arricchire di sinergie la programmazione e le azioni, i progetti che servono a raggiungere dati obiettivi, sapendo che da soli non vanno da nessuna parte.  

Capire il significato strategico dello stare, ragionare e agire insieme. La necessità, quindi, di aggregarsi e costituire una rete per ogni comparto produttivo da legare, poi, insieme in una rete di tante reti, dotata di  strumenti e strutture che servono per operare in un costante rapporto con le istituzioni pubbliche. Un rapporto  mediato da un PROPRIO ENTE DI GESTIONE DELLA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO con le poche o tante eccellenze produttive di un settore, l’agricoltura, che è centrale per il Molise, e, non solo, anche dell’artigianato e nel campo dei servizi, per dar vita al Sistema Molise che, personalmente, chiamerei Sistema “Piacere Molise” con tutte le sue offerte, che prima sottolineavo. 

Un ente di gestione a carattere pubblico partecipato dai protagonisti privati, capace di dotare la Regione e, con essa, le istituzioni, gli enti sub regionali e la “rete delle reti”, di una strategia di marketing essenziale per darsi obiettivi e raggiungerli nei tempi prefissati.


continua

 

 

 

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