IL DOSSIER "NO STALLA"


Il Dossier “No Stalla, Sì Molise Bene comune”, pensato e realizzato da Candida Stellato, mi ha ancor di più convinto che è stato il Territorio, il minuto territorio molisano, a vincere la battaglia contro la Granarolo e i politici molisani, allora capeggiati dal Sen. Roberto Ruta.

Al primo incontro Granarolo - Molise, quello (come si legge in Molise Futuro) del pomeriggio del 1° giugno a Bologna, con Ruta a raccomandarsi (vedi articolo Futuro Molise) al presidente e vicepresidente della ditta bolognese e a discutere la allocazione in Molise della Stalla di 12.000 manze, c’erano due assessori della Regione Molise: il venafrano Scarabeo e il sanmartinese Facciolla, che, lo ricordo ancora una volta, ha sempre negato di sapere degli accordi e del progetto. Non solo non ha parlato di questo incontro ma ha anche taciuto di aver guidato, quand’era sindaco della città della Pampanella, la delegazione che ha fatto visita alle 7mila Granmanze di Saragozza in Spagna, e, qualcuno dice, che sia stato lui il politico che ha convinto S.E. Mons. Gianfranco De Luca a mettere a disposizione i terreni del seminario di Larino, visto che non erano possibili quelli della Di Vaira di Petacciato.

Ci hanno pensato i consiglieri di opposizione della lista San Martino Libera (libera dalle bugie e dalle raccomandazioni oltre che dalle pale eoliche) a far venire fuori la storia di questa missione portata avanti in gran segreto da chi pensava ai terreni di San Martino in Pensilis, con il Vescovo testa di ponte di un’operazione che si sarebbe conclusa sul territorio di San Martino in Pensilis una volta approvato il progetto e assicurato che il sito scelto era il territorio del Basso Molise.

Mentre Ruta & Co. erano in viaggio per Bologna, il Presidente d Laura Frattura, con il resto della delegazione parlamentare teneva una conferenza stampa per esporre la prima fase dell’accordo operativo. La sera del 1° giugno, il sen. Ruta, di rientro da Bologna, annunciava ai molisani, in occasione di una conferenza stampa in piazza a Larino,  questa grande conquista che avrebbe cambiato il volto dell’agricoltura e della zootecnia molisana, trasformando “il Molise in una grande fattoria”.  

La notizia appena giunta nella sede di Larino viva è diventata subito una nota "No Stalla di Ruta", a mia firma, immediatamente pubblicata e diffusa con l’accordo della redazione. Ed è a Larino viva che si deve l’avvio di una ferma opposizione a questo progetto industriale che, lo sottolineo con maggior forza oggi,  avrebbe cancellato, non cambiato, il volto dell’agricoltura e della zootecnia molisana.

Lungo il percorso che Larino viva ha tracciato, con le sue riflessioni e le risposte puntuali ai fautori o tifosi del progetto e, soprattutto, con l’aiuto della petizione lanciata dal sito di Larino viva, si sono incontrati tanti amici che, con la nascita del Comitato “No Stalla, Sì Molise Bene comune”, hanno dato vita a un coro  che ha saputo cantare il territorio e, nel contempo, raccontare con grande chiarezza i disastri ambientali e produttivi che avrebbero cambiato il volto del Molise e negato un futuro alla nostra regione, nel momento in cui veniva minato il territorio con tutte le sue ricchezze e i suoi valori.

Ecco perché dico con il Comitato che ha vinto il territorio, questa straordinaria miniera d’oro.

Il Forum deve far proprio questo coro per amplificare ancor  di più il canto in modo da raggiungere ogni luogo del Molise ed essere, così, ascoltato da ogni molisano.

Leggere il dossier vuol dire non solo avere il quadro della situazione di una lotta vincente, ma, soprattutto, capire il significato politico dello scontro tra chi voleva rubare/regalare un pezzo importante del territorio molisano e chi questo territorio l’ha saputo trasformare in un’arma vincente con l’analisi della realtà, la valutazione di una scelta perdente per il Molise, la consapevolezza della forza della controproposta e della partecipazione, la coerenza, la continuità dell’azione e la ricerca dell’unità.

E il Molise è l’esempio più eclatante della confusione politica: del vuoto dialettico, in mancanza di un’opposizione e del vuoto democratico, senza la partecipazione; dello sperpero di territorio e della sottomissione ai poteri forti. Il progetto Granmanze senza la sensibilità e l’attenzione di Larino viva sarebbe passata sulla testa di tutti e tutti si sarebbero accorti delle sue conseguenze disastrose solo una volta realizzato.

Per questo ancor più straordinaria la vittoria del territorio che, lo voglio sottolineare, ha prodotto una importante vittoria politica di cui tutt’i protagonisti si devono sentire orgogliosi.

Un’attenta riflessione su questi due risultati serve per dare alla Forum che si vuole costituire una buona base su cui poggiare un programma di azioni alternativo alle scelte annunciate dal governo Frattura e dal governo nazionale. Un programma che lascia intravedere il domani del Molise nel momento in cui attinge dalle risorse e dai valori del suo territorio.

Se così, il territorio diventa la bussola che permette di raggiungere ogni porto anche nei momenti tempestosi come quello che viviamo.

E' il territorio con i suoi colori la mia nuova bandiera, la fonte dei miei sogni come l'amore che apre alla poesia. E' quello che esprime i miei caratteri, la mia identità. Solo chi sa cos'è è in grado di capire e interpretare la sua storia e cultura, apprezzare e godere i suoi paesaggi, sentirsi ricco della sua biodiversità, gustare il suo cibo, amare e applaudire le sue tradizioni. Chi non sa cos'è ne fa un cattivo uso fino a distruggerlo e, con esso, distruggere i suoi valori e le sue risorse, il futuro dei propri figli e delle nuove generazioni. Solo chi sa lo difende, lo cura e lo valorizza quale unico bene possibile per programmare e progettare il futuro.e la sua cultura, apprezzare e godere i suoi paesaggi, sentirsi ricco della diversità e biodiversitàà, gustare il cibo, amare e applaudire le sue tradizioni. Chi nn sa cos’è il territori ne fa un cattivo uso fino a distruggerlo e, con esso, distruggere i suoi valori e le sue risorde, il futuro dei propri figli e delle nuove generazioni. Solo chi sa lo difende, lo cura e lo valorizza quale unico bene possibile per programmare e progettare il futuro. e cultura, apprezzare e godere i suoi paesaggi, sentirsi ricco della sua biodiversità, gustare il suo cibo, amare e applaudire le sue tradizioni. Chi non sa cos'è ne fa un cattivo uso fino a distruggerlo e, con esso, distruggere i suoi valori e le sue risorse, il futuro dei propri figli e delle nuove generazioni. Solo chi sa lo difende, lo cura e lo valorizza quale unico bene possibile per programmare e progettare il futuro.e cultura, apprezzare e godere i suoi paesaggi, sentirsi ricco della sua biodiversità, gustare il suo cibo, amare e applaudire le sue tradizioni. Chi non sa cos'è ne fa un cattivo uso fino a distruggerlo e, con esso, distruggere i suoi valori e le sue risorse, il futuro dei propri figli e delle nuove generazioni. Solo chi sa lo difende, lo cura e lo valorizza quale unico bene possibile per programmare e progettare il

 

Pasquale Di Lena

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