comunicare, coinvolgere e programmare per difendere, salvaguardare e valorizzare il territorio molisano

Il Sen. Ruta con il suo annuncio, il primo giugno dello scorso anno, della "Grande Stalla di 12.000 manze che avrebbe reso il Molise una grande fattoria" ha aperto, senza rendersene conto, un buco che poi è rivelato rivolo, ruscello e fra poco un fiume. 
Immediata la risposta che ha messo in luce un progetto folle per le sue dimensioni  e la sua insostenibilità. Una risposta che ha spiazzato Ruta e il suo collega, On. Leva, il Presidente Di Laura Frattura, i suoi assessori e la maggioranza in consiglio regionale che, dichiarandosi tutti favorevoli, hanno applaudito al progetto. 12.000 manze in vacanza nel Molise per una stalla di 100 ettari di superficie: 200 campi sportivi cosparsi di merda, liquami e profumati di metano, cioè un progetto che continuiamo a dichiarare frutto della follia di una cultura e di un sistema che è sempre più - direbbe Papa Francesco - “all’attacco del Creato”. 
C’è chi si è  prontamente munito di megafono per comunicare la gravità di quest’assalto al Molise ed ha  chiamato a svolgere il suo ruolo Larino viva, l’associazione nata per governare la città frentana e poi, una volta sconfitta, pronta a svolgere il solo compito possibile, quello dell’opposizione in una realtà, Larino e il Molise, dove l’opposizione quando esiste ha una voce così flebile che non si sente.
Larino viva si è lasciata guidare dal Territorio e lo ha posto al centro del suo ragionamento e della sua azione riuscendo a dar vita al Comitato “No Stalla, Sì Molise, Bene comune” che, con l’aiuto di altre associazioni, istituzioni, e, anche, singole persone, è riuscita, utilizzando fondamentalmente la piazza virtuale, a dare, con la rinuncia della Granarolo, al territorio una vittoria.
Una rinuncia, lo ricordiamo, comunicata pochi giorni dopo l’approvazione dell’ultimo Consiglio dei Ministri a guida di Gianni Letta, al progetto previsto sui terreni del Seminario di Larino e ciò grazie alla messa a disposizione degli stessi da parte del titolare pro tempore, il Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino.
Una concessione per lungo tempo negata e poi male giustificata dal diretto interessato, che, purtroppo, ha dimostrato di non aver chiaro il concetto del valore del territorio, nel momento in cui – non si sa se su invito di un assessore o di un ex sindaco – ha messo  a disposizione, per un’impresa deleteria sotto ogni aspetto,  un pezzo importante della campagna larinese. 
Abbiamo, come Comitato e con l’aiuto di esperti, cercato di entrare dentro tutt’i particolari del progetto e, così, rispondere a tutte le promesse che tecnici e informatori interessati, spinti dalla politica diffondevano per confondere le idee dei molisani, e, peggio ancora, per approfittare dei bisogni delle famiglie, soprattutto quello di un posto di lavoro che la Stalla non poteva dare perché pochi e già promessi ad altri. Promesse che, come si sa, servono alla politica nostrana per sopravvivere.
Il Sen. Ruta così, senza rendersene conto, ha aperto un fronte inusuale per la politica della nostra regione, quello della voglia di partecipazione dei molisani e di voler contare quando ci sono scelte importanti da fare, squarciando quel velo di demagogia e ipocrisia con cui si ammanta la politica e non solo.
Quell’azione, iniziata i primi di giugno dello scorso anno e tutta basata sull’informazione, non si è fermata e va avanti oggi con il comitato “NO Eolico Selvaggio, SI’ Molise”. L’ultima sua iniziativa dell’altra settimana a Montecilfone, promossa insieme con altre associazioni e che ha visto presenti sindaci, amministratori e rappresentanti di forze politiche, ha mostrato di avere squarciato il silenzio sull’insediamento di nuovi parchi eolici, che l’attuale governo regionale, a guida Frattura/Facciolla/Petraroia, continua ad approvare.
Tante le indicazioni scaturite dall’incontro che meritano di trasformarsi in nuove iniziative, quali il controllo dei progetti e delle approvazioni da parte dei diversi organismi, con possibilità di denunce per chi non svolge il proprio compito di controllo nel rispetto delle leggi; la diffida a tutti i sindaci del Molise di bloccare le approvazioni e, comunque, di non intrecciare rapporti con privati che mettono a disposizione soldi per la concessione del territorio; la necessità di aprire subito un confronto sulla programmazione del territorio, anche prendendo spunti, per accelerare i tempi, da proposte e provvedimenti presi in altre Regioni.
Si tratta di dare alla lotta la forza della proposta, oltre quella della denuncia, per ragionare tutti insieme sul domani del nostro Molise e dei suoi piccoli, deliziosi territori che ci raccontano la storia; ci fanno ammirare l’arte, la bellezza dei paesaggi; ci fanno ragionare sull’importanza del biodiversità; ci rendono orgogliosi dei nostri prodotti, della nostra cucina e delle nostre tradizioni; ci fanno riconoscere molisani, cioè popolo di un mondo piccolo per superficie ma grande per le enormi potenzialità che spetta a noi tutti sfruttare.

Comitato No eolico selvaggio, Sì Molise

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