Ai Campionati europei di Atletica vince l’agroalimentare made in Italy

 
Casa Italia Atletica, struttura operativa della Fidal e vetrina itinerante delle eccellenze Dop e Igp, ha mostrato il suo ruolo strategico sia nel campo della promozione dell’atletica che dell’agroalimentare italiano

Una settimana, quella dei Campionati europei di Atletica, appena conclusasi a Zurigo, senza sosta per i protagonisti di Casa Italia Atletica. Un grande evento che ha visto l’Italia, con tre ori (Libania Grenot, Daniele Meucci e la squadra femminile della Maratona) e un argento (la bravissima Valeria Straneo, che ha confermato l’argento di Mosca dello scorso anno), piazzarsi al nono posto. Il segno di una ripresa dopo i magri risultati degli scorsi anni, che fa ben sperare nel futuro, a partire dal grande evento dei Campionati del mondo del prossimo anno a Pechino, in Cina.

Casa Italia Atletica, la struttura operativa della Fidal, o, come a me piace definirla, la vetrina itinerante delle eccellenze Dop e Igp, ha mostrato, ancora una volta, il suo ruolo strategico, sia nel campo della promozione dell’atletica, con il supporto alle necessità di alimentazione degli atleti, che dell’agroalimentare italiano, con la presentazione di un’immagine significativa della bontà e della bellezza dei territori del nostro Paese.



Ognuno di questi preziosi territori, raccolto nella propria Regione di appartenenza, è parte del racconto “I testimoni del gusto italiano”, il libro pubblicato da Arti grafiche la regione di Ripalimosani in Molise, che ho avuto l’onore e il piacere di scrivere per conto di Casa Italia Atletica, con la collaborazione di Stefano Vincelli che ha curato la parte grafica. Tanti territori, tutti “testimoni” di quel valore principe, la qualità, essenziale per una sana e corretta alimentazione, quella di cui hanno bisogno i nostri campioni, non solo dell’atletica ma, anche, di tutte le altre discipline sportive.

Un libro, “I testimoni de gusto italiano”, che, dopo la presentazione ufficiale, nella serata del 14 agosto, da parte del responsabile di Casa Italia Atletica, Avv. Mario Ialenti, ha trovato la via di una rapida diffusione con la donazione (ben 500 copie) a quanti hanno frequentato la “Casa” nei giorni delle gare dei Campionati di atletica.

Non solo la presentazione del libro, ma anche quella dei prodotti messi a disposizione dai partner come la Cia-Confederazione italiana agricoltori, dai vari sponsor come le Regioni dell’Adriatico e dell’Ionio, o, con la Campania, del Tirreno o, anche, l’Umbria, la regione che - la sola lungo l’Appennino - il mare non ce l’ha.

Una vetrina aperta dalle 8 del mattino fino alle 24 in una sede prestigiosa, qual è la Congregazione Saffram, che ha messo a disposizione, oltre ai bellissimi ambienti, ricchi di storia, anche personale di sala qualificato, coordinato con grande garbo e professionalità, da Daniele, un maitre di origine beneventane.

Una vetrina, come dicevo, itinerante, che, sin dalla sua prima uscita, è nelle mani attente del suo promotore, Mario Ialenti, l’anima di Casa Italia Atletica che, anche a Zurigo, ha saputo costruire un nuovo, significativo successo per l’immagine dell’Atletica italiana e il nostro Paese che, grazie ai suoi profumi ed ai suoi sapori, piace al mondo intero.

Tutto questo grazie alla squadra permanente di Fidal servizi, la struttura operativa della Federazione di Atletica che ha in Luigi D’Onofrio l’amministratore delegato. Una squadra affidata a un abile e capacissimo organizzatore di eventi, Alberto Villa, che a Zurigo si è avvalso dell’aiuto prezioso di due donne instancabili, oltre che capaci, Francesca Silvaggi e Simona Pianizzola, ma che conta altre belle professionalità in sede, come Valentina Cipolletta, Roberta Montagnani, Davide Dionisi e Simona Mancini, che hanno dato il loro valido contributo nel corso della preparazione dell’evento.

Questa volta non c’erano altri due importanti protagonisti della squadra, Giovanni Esposito, maestro di comunicazione degli eventi passati, e, a supporto dell’organizzazione, Stefano Vincelli. C’erano, però, e non potevano mancare all’appuntamento di Zurigo, il cuoco dell’umiltà e della modestia, Massimo, un ex maestro di cucina della scuola di Montesilvano in Abruzzo, e quello della dolcezza, il grande pasticciere di Reggio Calabria, Paolo Caridi, entrambi espressione di un’altra grande forza di Casa Italia Atletica. Da ricordare il contributo fondamentale di due rappresentanti di enti e istituzioni pubbliche italiane presenti a Zurigo, Bruno Indelicato della Camera di commercio e Fabrizio Macri, segretario del Consolato italiano.

Dal 2008 - Campionati del mondo di Osaka in Giappone - faccio parte anch’io della squadra di Casa Italia Atletica e ci sono dentro con l’orgoglio di appartenere a una squadra che ha dato tanto all’immagine della nostra Atletica e del nostro Paese e che, ancor più può dare, a partire da Pechino, se riesce a coinvolgere l’agroalimentare italiano attraverso i suoi consorzi, le sue associazioni, le sue imprese leader nel campo della produzione e della trasformazione. E, con loro , le istituzioni, dal Mipaaf alle Regioni e le Camere di Commercio, utilizzando le risorse a disposizione che (la storia racconta) vengono spese solo in parte.

E, grazie a Imart con il progetto di grande successo Ospitalità italiana, anche i ristoranti italiani della capitale della Cina per continuare l’esperienza “gemellaggi” che, a Zurigo, ha dato positivi riscontri. Questo nostro Paese delle eccellenze agroalimentari, soprattutto Dop e Igp, che danno ad esso primati, ha bisogno di strutture permanenti come le enoteche, a partire dalla prima e dalla più rinomata, L’Enoteca italiana di Siena, ma, anche di strutture temporanee, itineranti come Casa Italia Atletica, da adattare ai grandi eventi. E questo per arricchire e fare della strategia di marketing un punto centrale della programmazione e del rilancio di un settore primario qual è stato, è, e, ancor più sarà, l’agricoltura.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe