Pancotto, verdure e fagioli


 
Un tempo non si buttava niente, men che mai il pane.

                                                                                    Si raccoglievano le verdure spontanee (rapes'te, cascinnie, cicoria, i mareiune e altre di questo periodo) e se c'erano i fagioli il piatto diventavo un primo e un secondo con le proteine nobili messe a disposizione dai fagioli.





Fondamentale per un pancotto era l'olio quello di prima spremitura e, per me, l'aglio leggermente rosolato e poi un battuto prima di spegnere il fuoco o la piastra. Pancotto che arrivava subito dopo il latte e serviva a svezzare nel migliore dei modi il bambino o la bambina.

Bastano queste poche cose per capire l'importanza di questo piatto che a me piace preparare con tante possibili variazioni sul tema, ognuna delle quali migliore di quella della volta prima, Un piatto non facile da fare se lo si vuole gustoso, ricco di bontà.

Quello di ieri sera aveva qualche peculiarità; il pane di farina di grano duro di Longano, cotto nell'acqua delle verdure prima lessate con le patate, l'aglio e il peperone secco; le verdure del mio campo non del mio orto; l'olio di Flora per amalgamare il tutto in una padella, e, una volta spento, l'olio Benedetto, del mio caro amico Benedetto Salvatore da Lupara, che vive a Termoli.


Un solo rammarico: i fagioli non erano le preziose perle di Acquaviva d'Isernia, che, per averli, bisogna prenotarsi un anno prima.
Non male l'abbinamento con un buon Montepulciano 2013.

pasqualedilena.@gmail.com

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