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COME SEMPRE HANNO VINTO TUTTI, ANCHE IL PARTITO DI RENZI IL GIOCHERELLONE!

Giuseppe Ciarallo, Peppino per gli amici che lo conoscono sin da bambino, è un larinese dentro (figlio di madre larinese e padre di Guglionesi), anche se nato a Milano dove vive e lavora, che torna spesso a Larino, nella sua casa in via dei Fori. Poeta, giornalista e scrittore sempre più affermato, merita, con questo suo commento, raccoglie la mia piena condivisione.

 

Trovo ci sia un’ingenuità commovente nei commenti di chi ancora s’indigna per l’arroganza e la falsità dei nostri politici, nella loro capacità di mentire quand...o rivendicano una vittoria anche laddove palesemente c’è stata una sconfitta.
Ma non stanno mentendo! Siamo noi che non abbiamo capito che ciò che dicono è vero: hanno vinto tutti. Ha vinto il PD di Renzi che ha conquistato cinque regioni su sette (il fatto che abbia lasciato per strada più di duemilioni di voti poco importa), ha vinto la destra berlusconiana che si è imposta in Liguria, regione tradizionalmente governata dalla sinistra, ha vinto la Lega che oltre ad aver conquistato il Veneto è cresciuta dappertutto, anche dove sembrava inimmaginabile come in Toscana e Umbria, ha vinto il Movimento 5 Stelle, che oramai è a tutti gli effetti il secondo partito e così potrà dissipare e rendere innocuo un numero sempre più alto di voti, e ha vinto persino l’essere inutile Alfano, che con i suoi quattro voti messi in croce potrà ancora far finta di essere ago della bilancia.
Hanno vinto tutti perché ha vinto il sistema. E tutti loro fanno parte del sistema.
I più ingenui di noi gridano al fatto che il partito con più voti è quello dell’astensione (a parte il fatto che questa è un’enorme stronzata visto che i motivi per cui in molti non votano sono i più disparati e hanno ovviamente un peso politico diverso), ma anche questo è un dato che non scalfisce minimamente la macchina della democrazia. Perché la loro democrazia è un meccanismo perfetto nella sua perversione. Non voti pur avendone la possibilità? Ti stai autoescludendo dal gioco. Poi non ti lamentare se chi vota, anche se appartiene a una sparuta minoranza, prenderà decisioni anche per te. E questa prassi poteva anche avere un senso quando l’offerta partitica era veramente variegata, con politiche e formazioni che ideologicamente e nella prassi avevano differenze marcate (votare PCI, DC o MSI era una cosa molto diversa). Ma oggi? Nella sostanza non c’è una grande diversità nell’offerta politica; aldilà dei modi, dei toni o delle parole usate, dell’aggressività di alcuni e della pacatezza di altri, sulle questioni vitali - lavoro, società, ambiente, securitarismo - la zuppa è sempre quella. E anche votare o non votare, come abbiamo visto, non fa alcuna differenza.
Renzi ha comprato la maggioranza delle azioni del suo partito, e ha fatto cartello con Berlusconi che è da sempre il proprietario dell’altra grande società del settore. I due brand si spartiscono il mercato lasciando vivacchiare anche le società più piccole che sgomitano per conquistare quote di mercato sempre più grandi.
E’ un gioco, cari miei. Un gioco spietato e crudele, ma un gioco. E io non ho più voglia più giocare.
E che non mi si venga a dire che c’è chi ha dato la vita perché ognuno di noi potesse avere la possibilità di esprimere, attraverso il voto, la propria volontà. Chi ha lottato e dato la vita per questo sacro diritto non poteva nemmeno immaginare il sistema perverso oggi in vigore, dove il “sacro diritto” è equiparato al telecomando, oggetto inutile che dà l’illusione di detenere il potere di cambiar canale e che invece non dà altra possibilità che quella di passare da una discarica d’immondizia all’altra.
Comunque, se non posso scalfire minimamente il meccanismo di questo sistema perfettamente congegnato, quantomeno mi rifiuterò d’ora in poi di esserne complice. Per dignità personale.

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