Altroconsumo: Extrvergine l'olio giusto

https://cdn.fbsbx.com/hphotos-xlp1/v/t59.2708-21/12052168_871536922935272_1764933990_n.pdf/Altroconsumo.pdf?oh=c18391cffad6e38ec5f918fb237ff018&oe=563198A8&dl=1

Cliccando sopra (la scritta che appare di color rosso) si apre un lungo servizio di Altroconsumo che ha preso in esame e analizzato gli oli che più si trovano nella grande distribuzione, nella gran parte molto scarsi in fatto di qualità e spesso con prezzi alti che fanno bestemmiare i bravi olivicoltori, non ultimi quelli del Molise.

Trovo sottilmente ambiguo quando titola "bocciato un biologico" e "Biologico non dà più garanzia di qualità" prendendo spunto dall'olio di Almaverde valutato poco buono se non pessimo. Il giudizio riguarda un olio e non gli oli prodotti da olivi che vengono allevati e curati con un metodo di coltivazione naturale e cioè senza prodotti chimici o, come si dice, di sintesi.
So che Carapelli, Bertolli e Sasso, da tempo sono aziende spagnole e, devo credere, che non vendono olio italiano visto che sono state acquistate per vendere quello spagnolo con nome italiano.

E' riportata una lunga analisi sul tanto discusso Olio di Palma e si ha, leggendo, la sensazione di girare intorno a una verità che, cosa strana, è poi quella raccontata.

Ho trovato importanti e utili gli spazi immensi riservati all'olio di oliva e, soprattutto, a quello extravergine, se è vero, com'è vero, che esso rappresenta -come si può leggere su Altroconsumo - solo l'1% degli oli vegetali prodotti oggi nel mondo.

Personalmente, non tenendo conto della grande avanzata proprio dell'olio di palma che - oltre a far male ha cancellato la biodiversità nei due paesi, Malesia e Indonesia, che ne producono la quasi totalità (86%) - ero rimasto alla percentuale del 3% di olio di oliva di fronte a tutti gli altri oli vegetali, con l'olio extravergine di oliva che rappresenta solo poche gocce (3%). Spazi enormi che sono solo da conquistare con un'attenta programmazione, che ha bisogno di strumenti e strategie di marketing per risultare vincente e dare quelle risposte che meritano sia gli olivicoltori che i territori vocati da millenni all'olivicoltura.

Un documento comunque importante che merita di essere riportato e diffuso così come sto facendo io con il mio blog.
pasqualedilena@gmail.com
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe