Martedì pomeriggio a Bojano con Agricoltura e Territorio


Agricoltura e Territorio, il libro pubblicato nel maggio del 2012 per la collana "Cibo e Identità" Editrice Arti Grafiche La Regione di Ripalimosani, sta vivendo un nuovo interesse. Dopo l'incontro di martedì con i ragazzi di Bojano, il 19 un'altra presentazione a Campolattaro, in Provincia di Benevento.

In Appendice  questo articolo che mi piace riportare

AFFERMARE LA SOVRANITA’ ALIMENTARE PER UNA NUOVA AGRICOLTURA, UNA NUOVA SOCIETA’


Il cibo, la qualità, la sicurezza alimentare; la salvaguardia della biodiversità e delle risorse naturali, il No agli Ogm; la sostenibilità e i diritti d’uso e di gestione delle risorse nelle mani di chi produce il cibo; il Glocal al posto del Global , con il consumo di cibi locali e stagionali, la riappropriazione di pratiche e saperi in cucina; il decentramento delle filiere alimentari per contrastare il potere e l’espansione dei super ed ipermercati; la centralità dei produttori e dei lavoratori ed il rispetto dei loro diritti; la rivendicazione del diritto ai nostri Beni comuni, sono i punti base della dichiarazione del 21 Agosto scorso a chiusura del Forum di Kermes, in Austria, sulla Sovranità alimentare in Europa.

Una sovranità da sviluppare ora perché l’Europa esca fuori dalla crisi che è il frutto della logica del capitalismo e del profitto, e, così, sconfiggere le politiche di aggiustamento strutturale che, in questo momento, i governi stanno imponendo alle popolazioni. Aggiustamenti strutturali già sperimentati e imposti in altri Paesi, in particolare del Sud del mondo, con conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti con le tragedie che il mondo ci mostra ogni giorno sempre più.

La ribellione della natura, i cambiamenti climatici, l’espropriazione dei beni alle popolazioni di molti paesi e l’aumento delle migrazioni da sud verso nord spinte dalla fame e  dal numero crescente di persone in cerca di cibo e, sempre più di acqua, soprattutto quella potabile.  

Il documento affronta con estrema sintesi e grande chiarezza queste questioni, comprese le politiche antisociali che diventeranno ancora più forti e più estese nel momento in cui la crisi diventerà ancora più pesante.

Un documento da me condiviso in ogni sua parte, sia nelle analisi che nelle indicazioni, perché coglie tutte le storture, la gravità e pericolosità della crisi che colpisce il mondo intero  e mette in luce un diverso tipo di sviluppo ed una diversa società.

Un documento che dovrebbero leggere i politici e i grandi economisti, cioè quelli che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo l’opposto di quello che hanno detto il giorno prima, dimostrando di essersi avvitati intorno a concetti e schemi che hanno portato alla crisi e che la crisi stessa ha fatto saltare.

Per esempio, quando in esso si legge che le politiche che l’Europa sta mettendo in atto in questo momento hanno “il solo  interesse di salvare il capitalismo e coloro che ne traggono profitto (banche private, gruppo di investimento, multinazionali) …[visto] che i sistemi alimentari sono stati piegati a servire un’agricoltura industrializzata, controllata da poche multinazionali del cibo e da un piccolo gruppo di enormi catene di supermercati………un modello pensato solo per generare profitti e quindi completamente incapace di adempiere ai suoi obblighi nutrizionali”

O, anche, quando dice “Questo modello industriale …..non riconosce i limiti di risorse preziose come la terra o l’acqua; è responsabile di drastiche perdite di biodiversità e di fertilità del suolo…..conduce al peggioramento delle condizioni di lavoro….allontana da una relazione rispettosa e sostenibile della natura”

Questa prima dichiarazione europea riesce a mettere in luce la realtà che vive l’Europa e il mondo e le ragioni che stanno alla base della crisi dell’agricoltura, e, nel contempo, a raccogliere in cinque punti le indicazioni necessarie per uscire dalla crisi con lo sguardo rivolto al futuro e non con il panico.

In  particolare quella che indica nel capovolgimento delle politiche e delle pratiche alimentari e agricole, la possibilità di porre fine ad un percorso che ha fallito e di pensare a costruirne un altro per affermare la sovranità alimentare,  avendo come obiettivo lo sviluppo dei cinque punti sopraccitati.

Una serie di punti sui quali riflettere per capire, dicevamo, e per rivedere e correggere le nostre azioni.

In pratica un invito pressante a pensare e mettere in atto, a partire da noi, quella rivoluzione culturale e programmatica che serve per uscire dalla crisi con un’agricoltura vincente e con un futuro da mettere nelle mani delle nuove generazioni.  


pasqualedilena@gmail.com


 

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