La bambina che zittì il mondo per 6 minuti
"Nel mondo c'è quanto basta per
la necessità dell'uomo, ma non per la sua avidità."
Sono due frasi di Mahatma Gandhi che l'amico Giorgio Scarlato, il coltivatore che collabora con questo blog, ha voluto porre alla mia e vostra attenzione, quale premessa dell'intervento di Seven Suzuki fatto in Brasile ai delegati delle Nazioni Unite.
“Buonasera,
sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization).
Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra
parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e
me.
Abbiamo
raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia,
per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire. Venendo a
parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere
il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato
azionario.
Sono a
qui a parlare a nome delle generazioni future. Sono qui a parlare a nome dei
bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono
inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che
stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più alcun posto dove
andare.
Ho paura
di andare fuori al sole perché ci sono de buchi nell’ozono, ho paura di
respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene. Ero solita
andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni
fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo parlare di animali e
piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per
sempre.
Nella
mia vita mia ho sognato di
vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di
uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto
questo. Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto
ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire
come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le
soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chiedo se
siete coscienti del fatto che non le avete neppure
voi.
Non
sapete come si
fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro
i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita
una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo
crescevano dove ora c’è un deserto.
Se non
sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di
distruggerlo. Qui
potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d’affari,
amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete
madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli.
Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una
famiglia che conta 5 miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30
milioni di specie.
E nessun
governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà. Sono solo una bambina
ma so e dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo che ha un
solo scopo. La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire
al mondo ciò che sento. Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e
buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i
paesi del nord non condividono con i bisognosi.
Anche se
abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare
via un po’ della nostra ricchezza. In Canada, viviamo una vita privilegiata,
siamo ricchi d’acqua, cibo, case abbiamo orologi, biciclette, computer e
televisioni.
La lista
potrebbe andare avanti per due giorni. Due giorni fa, qui in Brasile siamo
rimasti scioccati, mentre trascorrevamo un po di tempo con i bambini di strada.
Questo è ciò che ci ha detto un bambino di strada: “Vorrei essere
ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine,
una casa, amore ed affetto”. Se un bimbo di strada che non ha nulla è
disponibile a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così
avidi?
Non
posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e
che nascere in un paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che
potrei essere un bambino in una favela di Rio, o un bambino che muore di fame in
Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India.
Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre
fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per
siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa
terra!
A
scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci
insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli
altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre
creature, a condividere le cose, a non essere
avari.
Allora
perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? Non dimenticate il
motivo di queste conferenze, perché le state
facendo?
Noi
siamo i vostri figli, voi
state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere. I genitori dovrebbero
poter consolare i loro figli dicendo: “Tutto andrà a posto. Non è la fine del
mondo, stiamo facendo del nostro meglio”. Ma non credo che voi possiate dirci
più queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? Mio padre
dice sempre siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo. Ciò che voi state
facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate,
ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le
vostre parole.”
C'è da dire che questo discorso di Seven Suzuki ai Delegati delle Nazioni Unite in Brasile non è stato fatto ieri, ma nel giugno del 1992
non abbiamo memoria
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