I VALORI DELLA RURALITA’


Incontro del 18 Aprile promosso dall’Associazione degli ex consiglieri regionali
IL MOLISE:TERRITORIO COTITUTIVO DELLA REPUBBLICA CAPACE DI PROGETTARE IL PROPRIO FUTURO DI REGIONE SPECIALE DEL PAESE

Il presidente Gaspero Di Lisa saluta i relatori e il pubblico presente
Quel poco che riuscirò a dire nei dieci minuti che ruberò a questo interessante incontro riguarda il  Molise e le possibilità che esso ha di spendere gli importanti valori di quella ruralità che lo caratterizza più che in ogni altra Regione e le sue fondamentali risorse.

C’è, come premessa al mio ragionamento, la situazione più in generale, del Paese e del mondo, caratterizzata da una crisi sistemica, strutturale, che, visto l’atteggiamento dei suoi protagonisti, sembra non ci siano (o non si vogliono trovare) soluzioni alternative a quelle che hanno portato a intaccare gli equilibri naturali, la biodiversità e gli ecosistemi; a far impazzire il clima, mettendo così a rischio il futuro del pianeta, della vita stessa. O , anche, che hanno portato a separare due realtà fondamentali come la campagna e la città, e  renderle due mondi separati e, spesso, contrapposti, con il risultato che sia l’una che l’altra hanno mostrato di essere, così, debolezze e non stimoli a una migliore qualità della vita.
Il Molise, regione speciale (com’è riportato giustamente nel titolo di quest’incontro) è tale, soprattutto grazie alla ricchezza della ruralità, cioè dei caratteri del suo territorio, dei suoi paesaggi e della sua gente; ai valori ed alle risorse espresse da questa sua peculiarità.
Il Molise è una straordinaria città-campagna, da organizzare nel migliore dei modi per essere una terra conosciuta, vissuta, gustata e, così, diventare esempio per il Paese e il mondo.
Il luogo dei turismi possibili, riservato a chi ha il gusto delle emozioni.
Un esempio che invita a  riflettere chi ha pensato e pensa all’agricoltura industrializzata dipendente dal petrolio e dalla chimica e che, così, si possa fare a meno dell’agricoltura, in particolare di quella contadina, della sua centralità e modernità, nello stesso modo in cui si pensa di poter fare a meno del territorio.
Il  risultato di questo pensiero è la crisi strutturale che colpisce il mondo e, soprattutto, un Paese come l’Italia.
Una crisi,  non a caso, che tocca per prima (2004) l’agricoltura e, poi, il resto dell’economia (2007/8), dimostrando quello che tutti sanno, l’impossibilità per una ruota di girare in mancanza di un perno e dei raggi che lo collegano al cerchio.
Ultimamente si parla molto del ritorno, soprattutto dei giovani, in campagna.
Per la verità, una voglia di tornare in campagna c’è sempre stata (ricordo gli anni ’70), anche se questa voglia oggi è tornata ancora più forte sulla spinta della crisi generale, che, però, viene frenata proprio dalla pesante crisi dell’agricoltura italiana e molisana insieme.
Il piccolo grande Molise, come a me piace definirlo, con i suoi 4.438 Km2 di superficie (piccolo), ma ricco di tutto ciò che può offrire la montagna con i suoi pascoli;  la collina con i suoi grani, i suoi olivi e le sue vigne; le minute pianure con queste coltivazioni e gli ortaggi; la ristretta fascia litoranea con il suo mare. 
Piccolo  Molise,  nella sua espressione di farfalla incastonata tra Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia, ma anche grande, grazie ai suoi pezzi di territorio sparsi nel mondo con i flussi migratori che si sono susseguiti a partire dalla fine dell’800 e che, ancora oggi, continuano con i tanti giovani che staccano il solo biglietto di andata per realizzarsi altrove. Anche questi due mondi separati, il piccolo e il grande Molise, che, solo se si vuole, possono essere uniti da un ponte ideale, possibile da realizzare.

E, solo se si vuole, quando questo ponte verrà realizzato, il Molise si trasformerà in una città ideale, abitata e vissuta innanzitutto dai molisani o discendenti di molisani.
Le grandi potenzialità di un Molise città-campagna e di un Molise che vive e opera in ogni parte del mondo, hanno la possibilità di esprimersi se il molisano e, soprattutto, la sua classe dirigente e politica, prende nella dovuta considerazione i valori della ruralità espressi dal territorio e si convince che essi non hanno niente a che vedere con l’arretratezza visto che sono opportunità preziose e tutte da spendere.
Ecco, il territorio, che, se giustamente compreso e interpretato, come il bene comune per eccellenza, grande contenitore di risorse e valori, quali la storia, la cultura, le tradizioni, e l’espressione della bellezza con i paesaggi, diventa facile capire che merita rispetto, Quel rispetto che da qualche decennio non ha, vista la facilità con la quale viene sprecato, distrutto, svenduto, regalato.
Sto parlando della grande miniera d’oro che il Molise e il Paese ancora hanno, la sola dalla quale è possibile estrarre le risorse necessarie per programmare e progettare il domani.
L’esempio dei tre paesi molisani (Limosano, Morrone del Sannio, Provvidenti)che sono tra i primi 20 posti assegnati ai paesi con minor reddito in Italia, cioè i più poveri. L’Unica possibilità che essi hanno per uscire da questa non bella posizione in classifica, è l’utilizzo del territorio impresso da una forte ruralità, visto che le pale eoliche che sovrastano Provvidenti e vanno verso il centro di Morrone, poco sopra il tratturo Celano – Foggia e Ripabottoni, non hanno portato ricchezza, ma solo rubato quella che il paesaggio ben esprimeva. Solo chi  non ha capito e non sa cos'è il territorio, ma sa bene cos'è il potere e il denaro può programmare la distruzione sistematica del territorio molisano con la diffusione dei parchi eolici, stalle da 12.000 manze, metanodotti, oleodotti, inceneritori, industrie chimiche, biomasse, trivelle e altro ancora.
Grandi opere per grandi profitti, scarsa o nulla occupazione, distruzione del solo tesoro che il Molise ha, il territorio.
Non vivono, certo, una situazione migliore i comuni vicini o dirimpettai, come Lupara, Lucito, Castelbottaccio, Castellino sul Biferno o Petrella, tanto per avvicinarsi a Limosano e dare il quadro di un territorio significativo del Molise.
  Il territorio dove ancora vivono antiche e stupende tradizioni (penso alla Tavola di San Giuseppe, la  festa simbolo del territorio molisano con la rappresentazione, presentazione e degustazione della cucina molisana, la più semplice con la sua espressione soprattutto dell’orto, ma, anche, la più rappresentativa della Dieta Mediterranea che prima di essere indicazione di un’alimentazione sana è  soprattutto uno stile di vita.
Uno stile di vita all’insegna della sobrietà, della moderazione; del dialogo e dell’incontro (le piazze e le vie di questi e degli altri paesi molisani); del “giro” o, se volete, dello “struscio”; dell’essere (nel bene e nel male) comunità di persone e non numeri.
Un territorio, insieme ad altri, da rianimare con:
-        un distretto di qualità biologico, cioè la scelta del pubblico e del privato per un’agricoltura contadina all’insegna della sostenibilità e qualità ambientale, oltre che della qualità e salubrità del cibo con il terreno che si rigenera e non muore come succede con l’agricoltura intensiva e l’apporto di ingenti quantitativi di prodotti chimici. Senza parlare dell’interesse crescente del mercato per i suoi prodotti;
-        la promozione e valorizzazione dei centri abitati, veri e propri borghi d’eccellenza, e dei siti storico- archeologico-culturali;
-        la cura della viabilità;
-        gli incentivi all’ospitalità, che è anche la presenza di quei piccoli negozi che i centri commerciali hanno cancellato e delle piccole botteghe artigiane;
-        il richiamo delle generazioni di molisani che vivono nel mondo, ma anche dei turisti,  attraverso l’utilizzo di castelli e palazzi storici e la messa in rete degli stessi con percorsi virtuosi e capaci di far vivere il sapore, il gusto, la bellezza di una città-campagna qual è il Molise.
-        La programmazione e un’attenta strategia di marketing sopportata da strutture e strumenti adeguati. Un tempo avevo pensato, con il mio amico Ro Marcenaro autore della farfalla molise con i colori dell’arcobaleno, a Piacere Molise, oggi più che mai di grande attualità.
Ecco perché il Molise è una regione speciale, uno straordinario esempio per il Paese e la stessa Europa, un laboratorio da organizzare e utilizzare per programmare il proprio futuro ed aiutare le altre regioni a sfruttare meglio le risorse ed i valori del proprio territorio.
Sta in questa capacità di programmare il proprio futuro, di essere esempio, laboratorio per l’intero Paese, l’affermazione della Molisanità, quale continuità e rafforzamento di un ruolo e la possibilità di un domani migliore.
pasqualedilena@gmail.com




Commenti

  1. Complimenti Pasquale per la tua lungimiranza! Spero che coloro che hanno in mano le sorti della nostra bella terra di Molise siano attenti ai tuoi suggerimenti, a presto Lucia Bruno

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  2. Lucia grazie. E' con dispiacere che ti dico che non ci credo, hanno altro a cui pensare. Un caro saluto

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