Le sofferenze dell'agricoltura molisana e del mondo contadino

Un vivere che non è vivere, ma pura sopravvivenza, quello di un mondo che serve ma non è servito, che dorme ma non è dormiente, derubato anche della speranza, ma pieno solo di promesse.

di Giorgio Scarlato
A lavorare la terra conviene sempre meno, tanto più in Molise. Quelli e le loro famiglie che vivono solo di ciò che la terra offre loro sono sempre meno. Stanno scomparendo. 
Sono i contadini che letteralmente soggiogati soffrono di più e che, sfortunatamente vengono lasciati soli, dove disperazione e rabbia unite alla  condizione di interesse istituzionale burocratico di non nuocere  li annienta. E' l'inferno. Certo è che tutti lo sanno ma nulla fanno. 
Sacrifici generazionali non sono bastati a salvare questo mondo rurale che ....sta fallendo e non per proprie colpe.
E' quel popolo rurale da sempre sottomesso, umile, che non è in grado di cooperare e far sentire la propria voce. Un mondo che viene derubato anche della speranza.

Parlare di coraggio, però, è poco ma allo stesso tempo sono i sottomessi, quelli che non sono in grado di cautelarsi, quelli di una terra per antonomasia poco incline alla resilienza, che non riescono a tutelarsi perché hanno perso quell'occasione di dare una svolta reale al loro mondo di sottomissione. E, di più, di essere disuniti, scombinati.
Un popolo che serve ma non è servito. Un popolo rurale propenso alla rassegnazione ma che non è dormiente.
Chiedete ai contadini se prendono sonno quando non riescono a pagare i contributi previdenziali o le gabelle "obbligate" dei consorzi di bonifica per i "presunti" benefici di tutela del territorio dal dissesto idrogeologico o peggio, del beneficio (???) di avere l'acqua irrigua per produrre colture quali pomodori, barbabietole da zucchero, finocchi, cavolfiori, pesche, olive, etc. per poi rifonderci!
Chiedete ai contadini se dormono quando le pesche, le susine, le zucchine, i finocchi, i pomodori restano sui campi perché raccogliendoli costituirebbe una ulteriore spesa!
Chiedete ai contadini cosa provano quando arrivano le cartelle di Equitalia o le richieste di rientro delle banche per cambiali non onorate!
O, per i mutui che si rincorrono per prestiti che significano impegni a vita!
O. quando bussano alla porta per il pignoramento!

Si è potuto notare, e questo da poco tempo, ringraziando Iddio,  che anche cittadini "non addetti ai lavori" iniziano ad interessarsi di agricoltura, di salubrità alimentare e di come sopravvive il mondo rurale dei monoreddito. Si stanno rendendo conto delle difficoltà a cui è sottoposto.
Si sono avvicinati ed hanno potuto costatare  i prezzi da fame, imposti, che i contadini spuntano nei campi, i costi di produzione delle derrate e della risposta, costante, che ricevono:  o a questo prezzo, o possono anche marcire. Si, proprio così. E' la risposta quando l'acquirente, commerciante o GDO che sia, non accetta il prezzo richiesto dal produttore..... perché da altre parti costa meno. E questo da svariati anni. 
Si chiede: perché "funziona"  la globalizzazione per i prezzi di vendita delle derrate ma no per i costi di produzione?
Queste sono le regole di un massacro annunciato! E i risultati fallimentari sono sotto gli occhi di tutti.

A questo punto si è disponibili a consegnare le chiavi delle aziende agricole e vedere "gli altri", privati o dipendenti pubblici, vivere per qualche tempo come  vive il contadino-proprietario, visto da molti come il ricco-assistito dai premi Agea, dalle sovvenzioni, etc., e vedere così la loro capacità imprenditoriale nel produrre e quindi gli utili ricavati.
Quelli che "vedono da lontano" l'agricoltura potrebbero scambiarsi il ruolo, "caricandosi" di reddito agricolo e scambiandolo con il loro.
Provare a vivere per un solo anno quello che sopporta il contadino da  decenni, comprese le angherie istituzionali, sarebbe un modo per rendere concreto quello che da anni sta sostenendo il mondo rurale.
Quel vivere che non è vita, ma solo sopravvivenza.  E di coraggio ce ne vuole.

Si termina con una frase, ancora attuale, detta  dal 34° Presidente degli Stati Uniti d'America Dwight Eisenhower: 
"L' Agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano".

Commenti

  1. Condivido l'articolo per quel che riguarda le fatiche che i contadini devono ogni giorno affrontare per guadagnarsi il pane. Non condivido un altro aspetto che è quello di aspettare un aiuto da chi non lo darà mai. Bisogna rimboccarsi le maniche non solo per lavorare nei campi ma anche per organizzarsi. Un esempio potrebbe essere un associazioni tra produttori per portare i propri prodotti sul mercato a prezzi di sicuro più alti di quello che oggi gli stessi produttori riescono a spuntare all'ingrosso. Un altro esempio è quello che è stato messo su, grazie anche ad un gruppo di giovani, per accorciare la filiera e poter vendere direttamente ai consumatori. Si avvisano potenziali consumatori con un sms ad inizio settimana di una cassetta che si può acquistare ad un prezzo conveniente, chi risponde con un si annuncia una sua intenzione e quindi si preparano le cassette con ortaggi e frutta fresca a metà settimana si distribuiscono le cassette.
    Il discorso è lungo sostanzialmente vale la regola aiutati che Dio ti aiuta. In questo momento di difficoltà bisogna ingegnarsi e non aspettare che qualcuno si ricorda dei contadini anche con il rischio di fingere un aiuto per chissà quali altre finalità. Io stesso qualche anno fa ho ideato un marchio di qualità consorziando tante piccole aziende agricole che con prodotti di qualità, grazie anche a disciplinari di produzione, potevano offrire sul mercato tanti prodotti genuini a prezzi concorrenziali. Non solo nei mercati locali ma anche sul territorio nazionale.

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