Giuliano Sarti, il grande portiere, non c’è più

Sarti, Burgnich, Facchetti era l’inizio di una specie di filastrocca che raccontava della grande Inter di Herrera e della Nazionale italiana.

Ho letto la notizia della sua scomparsa e, dopo aver provato commozione, ho ripetuto per un attimo la filastrocca, e, subito dopo, mi sono ricordato di quando, tanti anni fa, l’ho conosciuto al Ristorante “ Carmagnini del ‘500”, sulla strada che da Calenzano porta a Barberino e, proseguendo, sulla Futa. Un ristorante che so conosciutissimo e famoso come un tempo, grazie al suo proprietario, Saverio Carmagnini, e, non solo per la bontà della sua cucina e il perfetto abbinamento Cibo-vino, ma anche per un Premio originale, il Giglio d’Oro di Carmagnini.  Un premio dedicato a un mondo, quello del ciclismo, e ai sui campioni, promosso da Saverio, uno dei più noti sommelier della Toscana, e grande appassionato dello sport che anch'io amo, ben 44 anni fa.
Conoscevo Saverio per aver frequentato il suo famoso ristorante, ma, se ricordo bene, quella volta che sono stato invitato a essere presente al pranzo della premiazione, era per essere stato da poco insignito del riconoscimento di socio onorario dell’Associazione Italiana dei Sommelier (AIS), grazie anche a lui, in quel tempo ai vertici dell’Ais della Toscana a Ettore Silvestri dell’antica Trattoria Botteganova, allora responsabile dell’Ais di Siena e al mio amico-collaboratore dell’Enoteca, il compianto Fausto Virgilio, che mi aveva proposto.
Saverio, il padrone di casa e patrono dell’evento mi ha assegnato il posto a tavola a fianco a giuliano Sarti, che ho prontamente riconosciuto.
Il tempo di stringerci la mano e subito a parlare come vecchi amici, di calcio, di ciclismo, di vino e di cibo, di Molise e della mia Larino. Ho fatto presente subito la mia fede granata e, anche, la mia simpatia per l’Inter, con il grande centravanti, l’italo-argentino Angelillo, che ancora rimane, insieme al mitico Gigi Meroni, il mio calciatore preferito; la mia grande passione per il ciclismo e il tifo per Coppi, il campionissimo per le sue leggendarie vittorie.
E’ così che ho avuto modo di conoscere il campione e di apprezzare una persona gentile, squisita, che ricordo con un addio ora che ho saputo che non c’è più.


Commenti

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe