Usain Bolt e Daniele Meucci

L’altro giorno, con il terzo posto ai Campionati del mondo di Atletica, che si stanno svolgendo a  Londra, ha chiuso la sua attività di velocista, il più grande di sempre.

Ho avuto la fortuna, grazie a Casa Italia Atletica e al suo responsabile,  Mario Ialenti, di seguirlo per ben tre volte a: Osaka in Giappone nel 2007, secondo nei 200 metri e nella staffetta 4x100; Berlino 2013, con i due ori  nei 100 e 200 metri e i due strepitosi primati nelle finali che l’hanno reso l’uomo più veloce del mondo. Un terzo oro conquistato con la staffeta 4x100.
Non sono andato ai campionati mondiali di Taegu in Corea del Sud e non ho potuto così seguire la sua vittoria nei 200 metri. Mi sono rifatto vivendo i Campionati del mondo di Atletica di Mosca, agosto 2013, ed ero allo stadio ad applaudire le sue vittorie nei 100, 200 e staffetta 4x100, godendo i suoi spettacoli del dopo gara.
Sabato, vedendo la sua gara in televisione, ho avuto modo di applaudirlo ancora una volta.
Se ho capito bene la squadra italiana ha, per ora, un solo risultato importante, il sesto posto  ottenuto da Daniele Meucci. E' un risultato prestigioso. Ho avuto il piacere di seguire la Maratona che ha stravinto ai campionati europei di  Zurigo e di conoscerlo nel posto dove ha più significato e valore la conversazione, la tavola.
Ieri, intervistato dai corrispondenti delle Tv italiana, ha confermato la mia profonda stima e la mia prima impressione di grande atleta e, soprattutto, grande uomo. Alla domanda cosa pensava della cifra spesa per il calciatore Neymar, ha detto che la considerava spropositata, indecente con la situazione che vive il mondo  e il Paese, i bisogni di tanta gente e di tanti lavoratori. Sì, ha parlato di lavoratori, cioè di soggetti che sembrano scomparsi, ma che ci sono e sono i soli a scontrarsi con un sistema che si sta divorando il globo. Grazie Daniele per questo tuo coraggio di toccare un mondo intoccabile qual è il calcio.

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