Walter Gasperini, sindaco di Suvereto, mio caro amico
Non potendo
essere con voi oggi per l’ultimo saluto a Walter, desidero inviare queste poche
righe per unirmi al cordoglio della famiglia e della comunità di Suvereto.
Ci sono momenti
in cui la vita ci scorre davanti, tutta insieme in un momento, e riaffiorano
ricordi, voci, immagini. Questo vale per le persone e per i paesi. Ecco, per me
e anche per Suvereto la scomparsa di Walter è uno di questi momenti. È un
grande dispiacere, un monito, un invito. L’invito a ripercorrere una storia
lunga di amicizia, di collaborazione, di confronto, di lotta. Ma qui, più del
ricordo personale, conta il peso di tutto quello che Walter ha fatto per la
collettività, per i cittadini e per il territorio di questo nostro luogo, che a
differenza di noi non passerà mai. Le persone vanno, i luoghi restano, con i
loro segni indelebili a raccontare nel tempo la vita di chi li ha attraversati,
accarezzati, guidati. Si, perché Walter ha guidato a lungo Suvereto, più a
lungo di tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di raccogliere la sua eredità.
Come sindaco ha
dato molto, facendo dell’impegno politico e istituzionale una ragione di vita.
È stato un uomo che fino da ultimo ha guardato al mondo per migliorarlo, per
cambiarlo. Lo ha fatto con il suo modo appassionato, talvolta irruento e forte,
sempre con l’ostinazione e l’acume di chi non desiste, di chi crede di essere
nel giusto, di chi sa essere autonomo e libero. Ha lottato sempre, come la sua
formazione politica e la scuola del babbo gli avevano insegnato. Ha lottato
contro le ingiustizie della società, e purtroppo ha dovuto combattere a lungo
anche contro la sventura della malattia, una battaglia condotta da par suo, con
forza e dignità, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi interessi politici e
sociali, da Suvereto e dal territorio più ampio della Val di Cornia a cui ha
dedicato anche i più recenti pensieri.
Walter è stato
un sindaco di ferro, ponendo le basi per un rilancio di Suvereto. E quando, in
anni ormai lontani, mi spinse ad entrare in campo, non fu facile prendere il
suo testimone e coltivare i frutti che aveva seminato: lo sviluppo dei servizi
sociali, il ritorno alle vocazioni
autentiche del territorio, dall’agricoltura al centro storico e al turismo. Ha
sempre intrecciato verve politica e impegno civile, rimasto intatto anche
successivamente, come quando ha difeso strenuamente il Comune dal pericolo
della scomparsa, ed è stato bello ritrovarlo al fianco
con l’antica e mai spenta determinazione.
L’ultima volta
che ci ho parlato, davanti alla chiesa del Crocifisso, di fronte
all’accanimento della malattia, mi disse che era stanco. Dentro di me mi
preoccupai, mi preoccupai perché non avevo mai percepito in lui un segno di
cedimento, di stanchezza, di abbandono. Era uno che non si arrendeva mai. Questa
in fondo era la cifra del suo carattere e della sua personalità. Era anche il
suo modo di essere profondamente suveretano e vicino a tutti noi, anche quando
non sembrava. Ci mancherai Walter, ma stai sicuro, perché vivrai ancora nel
ricordo, nel tempo che è più forte della morte, nelle pietre amiche della tua
terra.
Rossano Pazzagli
Suvereto, 4
dicembre 2017
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