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"La cucina molisana, come prendere per la gola chi arriva"

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LARINO . Faccio mie le prime righe dell'introduzione a “La cucina italiana – storia di una cultura”, un interessante libro di Alberto Cepatti e Massimo Montanari, Editori Laterza, per parlare della mia terra: il Molise di 136 paesi e piccoli borghi che è anche la regione dei 136 dialetti e delle 136 “cucine e mille ricette”. La cucina molisana - come la grande cucina italiana - spiega il legame profondo (identità) che essa, grazie ai suoi ingredienti, ha con l’origine, il territorio, cioè il luogo che raccoglie storia, cultura, tradizioni, ed esprime, insieme a ambienti e paesaggi, l’agricoltura, l’attività primaria per l’uomo in quanto fonte di cibo. Identità che vale anche per me e per tutti quelli che hanno le loro radici ancorate in questa terra. Il Molise, però, quale terra di passaggio, cerniera tra Centro e Sud Italia, è anche il luogo per eccellenza della transumanza, con i suoi tratturi, tratturelli, bracci, che, a mo di vene, arterie e capillari per un co

ANCHE NOI SULLA TORRE

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Mentre tutti siamo in attesa di aspettare la nuova nevicata dopo l’allarme dei rappresentanti istituzionali, riportato da tutti gli organi di informazione e ripetuto anche con servizi speciali di radio e televisione, noi stiamo qui a riflettere sul coraggio e la vigliaccheria di noi uomini, la ricchezza di valori e la miseria in circolazione. Non nascondiamo la nostra commozione nel momento in cui ci vengono in mente Oliviero Cassini, che da sessanta giorni guarda la città dall’alto della Torre della stazione centrale di Milano, e Stanislao, il giovane che l’altro è andato a fargli compagnia, dopo che Carmine, per ragioni di salute, e Peppe che è sceso per capire in giro le reazioni a questa loro lotta, l’avevano lasciato solo.    Il coraggio di questi eroi moderni (ma gli operai non erano scomparsi!) e il senso alto di civiltà in questa loro lotta in difesa del posto di lavoro, e non solo, anche di questa Italia che TrenItalia ha spezzato in due con la soppressione dei treni   e de

ZACC&BELINA 5 febbraio

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FASTIDI Zacc- Non so se devo parlarti di Rutelli o di Calderoli Bélina - Meglio tacere e vivere in pace lo spettacolo della neve IL SILENZIO È ORO ZACC- alla Scala se parli.. Bélina – ti cacciano
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    L’INCAPACIT Á DI FARE E LA CAPACIT Á DI DIRE L’altro giorno, con la nostra nota “I giorni della merla”, abbiamo sottolineato le esagerazioni dei media sul gelo che stava per arrivare. Un tormentone peggiore del delitto di Avetrana o del disastro della Costa che, a noi venti come a tutti gli italiani, ha stufato. Tutti meno uno, il sindaco di Roma, per la semplice ragione che non aveva dato peso più di tanto a questo tipo di informazione. Anzi, quando ha saputo dalla protezione civile che anche Roma sarebbe stata colpita da una nevicata (a detta sua)   di 3,5   non ci ha posto l’attenzione dovuta, tanto da rassicurare i suoi collaboratori di stare tranquilli. A Roma, come nel resto del centro – sud, la neve ha superato i 3,5 cm. previsti ed è successo il finimondo, con Alemanno che se l’è presa con la protezione civile, la provincia di Roma (di centro sinistra) che non liberava il raccordo anulare ed anche con il Padreterno (non l’ha detto   per non farsi sentire dal Vatican

NEL RISPETTO DELLA TERRA

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  Quello che è successo in questi giorni, un po’ ovunque,   con i blocchi organizzati   dal movimento dei “forconi”, dai produttori agricoli alleati con i camionisti, farà peggiorare la crisi in agricoltura e il rischio è che la situazione   diventi   ancor più drammatica. Non siamo d’accordo con la forma di lotta intrapresa perché la riteniamo perdente per chi la fa. Non è quella che porta a risolvere i problemi, ma solo ad aggravarli ulteriormente con ripercussioni sui singoli protagonisti e sull’intero Paese. Abbiamo visto in essa la disperazione più che la ragione di una strategia che porta a far riflettere della crisi, della sua drammaticità, visto che non trova soluzioni di continuità. Non le trova per la semplice ragione che l’interesse dei padroni del mondo non è risolvere la crisi che hanno creato e stanno manovrando con grande abilità, ma quello di continuare a triturare quel poco di pianeta che è rimasto. Parliamo delle multinazionali che hanno in mano tutto quanto oggi

OGM: il mais monsanto danneggia gli organi.

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Lo studio che rivela gli effetti sulla salute Venerdì 03 Febbraio 2012 10:32 Scritto da Francesca Mancuso M onsanto . Sinonimo di OGM . E di danni. Finora non si erano mai dimostrati quelli sulla salute, ma puntato il dito soprattutto sui danni economici agli agricoltori e alla biodiversità. Arriva oggi però un nuovo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Biological Sciences che evidenzierebbe come il famigerato mais OGM prodotto dalla multinazionale sarebbe dannoso per la salute dei mammiferi, dunque anche per l'uomo. Secondo lo studio, illustrato dal Rady Ananda su Food Freedom e riportato dall' Huffington Post , sono tre le varietà di mais OGM approvato per il consumo negli Stati Uniti, in Europa e in molte altre nazioni: il Mon863, il Mon810 e l'NK603. E tutte arrecherebbero grossi danni ai nostri organi. E ciò dovrebbe indurre alla riflessione, e non poco, visto che l'Ue ha dato il via libera, lo scorso

I GIORNI DELLA MERLA

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Sono giorni che le notizie del gelo in arrivo vengono tenute calde dagli organi di informazione e mettono paura, creando uno scontro tra l’individuo e la natura. Nonostante sia Il periodo segnato dalla merla, quello più naturale per il gelo, che dovrebbe essere atteso con emozione e quando arriva essere ricevuto con un saluto caloroso “Benvenuto inverno” e, aggiungere, “Finalmente !”. Non se ne può più di un’informazione forzata o tutta tesa a raccontare le stupidità, il niente, il gossip, a esagerare per essere ascoltata. Non sa fare altro, eppure c’è dell’altro da raccontare. Pensiamo al disastro all’Isola del Giglio, giorni e giorni di chiacchiere e di racconti di   mille particolari, come a volersi far male nel mondo. Dimenticando di dire che la compagnia Costa è di proprietà inglese e che questa proprietà ha preso tutte le decisioni, compresa la scelta del capitano e del personale; non spendendo più di una parola per quella gente stupenda, per dignità e ospitalità, che abita la