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8 MARZO

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A tutte le donne del mondo   Un tempo non lontano, l’8 marzo, era un giorno particolare, di grande emozione, con le donne protagoniste. Parlo degli anni a cavallo del 1970 e penso alle compagne della sezione del PCI e della Casa del Popolo di   S. Quirico – Legnaia, quartiere allora alla periferia di Firenze, che ogni anno facevano rivivere la festa dopo giorni di preparazione. Fernanda, Daniela, Donella, Graziella, Maria Luisa e tante altre ancora le protagoniste con Paolo, Carlo, Ruggero e me a eseguire gli ordini impartiti dalle compagne, in un via vai che sembrava confusione ma aveva un suo ordine naturale. Il nostro grande vecchio, Ruggero, parlava dell’8 marzo con mesi di anticipo, prima ancora del settimanale “Noi Donne” che si diffondeva ogni domenica con” l’Unità” (600 copie con oltre 20 compagni impegnati), “Rinascita” e   “Giorni-Vie Nuove”, settimanale diretto da Davide Lajolo, il mitico Ulisse della guerra di Resistenza sulle colline dell’astigiano. Due punti fermi dell’

I CONTADINI DI BONEFRO

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Ricordi e impressioni di un tempo lontano di Nicola Picchione               Andavano lentamente, appesantiti dalla fatica. Erano seri, senza sorrisi. I loro pensieri avevano mille anni, passavano quasi immutati da padre in figlio come pesante eredità, accorciavano il loro sonno e la loro vita. Raramente si permettevano il lusso di esprimere felicità. Bestemmiavano e le bestemmie salivano al cielo come preghiere. Se la prendevano col padreterno, con i santi, con la moglie, con i figli, con l'asino. Erano suoi padroni la terra col suo peso fangoso e il cielo capriccioso, sordo ai desideri del contadino. Povera e stanca la terra, sfruttata dalle semine continue, alimentata da poco costoso concime, dilavata dalle piogge, continuamente rivoltata come la stoffa dei cappotti.            Una lotta senza fine, quella del contadino. Contro il tempo, contro le innumerevoli vite vegetali e animali che gli contendono nei campi i frutti della sua fatica. Contro il commerciante che passava t

da ZACC&BELINA

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TRENO SFASCIATO Zacc- anche Moretti, l’amministratore delegato di Treni Italia, quelli che cadono a pezzi, ha parlato Bélina – spero no della Tav ma dei morti di Viareggio, dei treni soppressi e dei lavoratori che vivono sulla torre della stazione centrale di Milano
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                   ZACC SVILUPPO!!! Zacc- come sempre mi inchino al Presidente Napolitano, ma questa volta non sono d’accordo Bélina –ci si mette anche lui a farti diventare un ultras dei No Tav

da ZACC&BELINA

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  TUTTI FUORI DI TESTA Zacc- un altro partito, un altro simbolo, un’altra musica “Tutti per l’ìItalia” Bélina – perché l’Italia non sia di tutti L’IPOCRISIA E LA FALSITA’ Zacc- a sentirli tutti vogliono dialogare con i NoTAV, anche Bersani Bélina – per dire che la Tav si farà a tutti i costi

LANDINI, IL CAPO DELLA FIOM, E’ L’UNICO AD AVERE LE IDEE CHIARE

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Ascoltando il segretario della Fiom, Landini,   a “Servizio Pubblico”, la bella trasmissione di Santoro tutta dedicata alla TAV, mi sono ancor più convinto, anche alla luce della drammatica situazione e delle scelte inique e ingiuste del nuovo governo,   che è l’unico oggi titolato a guidare un partito rappresentativo della sinistra sempre più dispersa in mille rivoli. Un nuovo grande partito al quale personalmente mi sentirei di aderire immediatamente per dare, come ho fatto per 40 anni con il Pci, Pds e Ds, il mio contributo fino alla costituzione del Pd dei Veltroni, Fassino, Rutelli, Fioroni, Bersani, D’Alema, Fassino e via discorrendo, mangiandosi le mani per la rabbia di quanto tempo è stato sprecato in mancanza di idee e di programmi, al servizio della grande finanza e delle grandi potenze. Diciamo la verità, se non ci fosse stato Berlusconi a farli parlare sarebbero passati tutti nell’anonimato, così come sta succedendo ora con Monti al quale devono dire di sì, non importa

LUCIO DALLA, UN GIORNO ALL’ENOTECA ITALIANA DI SIENA

Mi sono lasciato accompagnare per quarant’anni dalle sue canzoni come a voler incidere le emozioni di una generazione, che ci apparteneva ad entrambi. L’ho seguito nel suo ruolo di maestro all’ultimo festival di Sanremo e l’ho   applaudito, come sempre, per   il tema non facile, le parole della sua canzone e la musica mai ripetitiva, mai banale. Ora la notizia della sua morte che mi fa vivere il dolore che si prova per la perdita di un amico, di una persona cara. Insieme alla tristezza della notizia torna il ricordo di una intera giornata trascorsa insieme a Siena,quando l’Enoteca Italiana, che dirigevo, l’ha voluto premiare con il suo riconoscimento più prestigioso, il “Dioniso d’Oro”, che, prima di lui aveva ricevuto, i992, Luciano Pavarotti, il grande tenore,   e, nel 1993, Salvatore Accardo, il grande violinista. L’incontro alla entrata della Fortezza Medicea con il brindisi di benvenuto   all ‘Enoteca che l’aveva subito incantato con le sue volte in mattoni, i suoi antichi ter