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La tipicità del Sauvignon friulano passa per lo studio e la qualità

Prosegue intensamente l’attività del Progetto messo in cantiere dal Friuli Colli Orientali e Ramandolo da Adriano Del Fabro Continuano per tutto il 2012 gli appuntamenti nell’ambito del Progetto Tipicità Sauvignon del Consorzio Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo che ha già registrato importanti risultati. A esempio, nell’edizione 2011 del Concorso mondiale del Sauvignon, svoltosi in Francia, su 9 medaglie assegnate all’Italia 7 erano friulane. Tutti i 15 vini del progetto, sottoposti all’analisi di 40 giudici provenienti da Paesi di tutto il mondo, hanno ottenuto punteggi di ottimo livello. Non stupisce, quindi, che il Fvg sia in pole position tra i vari candidati in lizza per ospitare l’edizione del Concorso del 2014, grazie anche alla collaborazione con il professor Roberto Zironi, docente di enologia all’Università di Udine. Nei giorni scorsi produttori e tecnici delle cantine aderenti all’iniziativa, che già un precedente appuntamento aveva visti alle prese con

LA MELA- SEDUZIONI E RICERCA

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Nel mondo della mitologia la mela la ritroviamo in due circostanze come   oggetto del desiderio o, per meglio dire, simbolo   di seduzione estetica o intellettiva e, come tale, elemento suscitatore di ire divine, gravido di conseguenze nefaste per gli uomini. Nefaste furono, infatti, le conseguenze di quella mela (della Discordia)   che, lasciata cadere nel bel mezzo di un convito di divinità olimpiche, generò la disastrosa   guerra di Troia, finita, dopo decennali lutti, con le rovine fumanti della città iliaca; ma ancor più nefaste lo furono   quelle   della mela adamitica,   il cui potere seduttivo, come sappiamo, è all’origine di tutti i dolori e le sofferenza che affliggono noi umani. Nel mondo della realtà la mela   conserva ancora il suo valore di simbolo seduttivo, senza che la seduzione, però, sia generatrice di effetti perniciosi. Ad esempio, l’espressione Grande Mela utilizzata per definire New York non può che rinviare al simbolismo seduttivo di questo frutto. In proposi

da ZACC&BELINA

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IL BORGHEZIO Zacc – il Borghezio ha sentenziato “certe persone non appartengono al genere umano” Bélina – parlava di sé o di Bossi?

LA SUSINA DI DRO È DOP

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Pasquale Di Lena informa Il Trentino Alto Adige sale, con la nuova Dop “Susina di Dro”,   a quota 11 (8 Dop e tre Igp) e, con un 4,6% dei riconoscimenti totali   per l’Italia, consolida l’11° posto tra le regioni italiane.   Una nuova eccellenza che vede al centro della sua area di coltivazione il piccolo comune di Dro, situato poco sopra la punta più a nord del Lago di Garda, al centro della coltivazione di questo frutto che, un tempo, si raccoglieva negli orti famigliari sparsi in tutto il trentino. Un frutto del luogo dal sapore dolce-acidulo che si presta alla lunga conservazione e che è apprezzato per le sue peculiarità nutritive, dato l’elevato contenuto vitaminico e la ricchezza in potassio. Si presenta con un intenso colore violaceo che vira al blu - scuro e, una volta aperto, con la polpa consistente dal bel colore giallo tendente al verde.   Nel complimentarci con i produttori e le istituzioni che sono riuscite a rendere, con il riconoscimento ufficializzato con la pubblic

8 MARZO

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A tutte le donne del mondo   Un tempo non lontano, l’8 marzo, era un giorno particolare, di grande emozione, con le donne protagoniste. Parlo degli anni a cavallo del 1970 e penso alle compagne della sezione del PCI e della Casa del Popolo di   S. Quirico – Legnaia, quartiere allora alla periferia di Firenze, che ogni anno facevano rivivere la festa dopo giorni di preparazione. Fernanda, Daniela, Donella, Graziella, Maria Luisa e tante altre ancora le protagoniste con Paolo, Carlo, Ruggero e me a eseguire gli ordini impartiti dalle compagne, in un via vai che sembrava confusione ma aveva un suo ordine naturale. Il nostro grande vecchio, Ruggero, parlava dell’8 marzo con mesi di anticipo, prima ancora del settimanale “Noi Donne” che si diffondeva ogni domenica con” l’Unità” (600 copie con oltre 20 compagni impegnati), “Rinascita” e   “Giorni-Vie Nuove”, settimanale diretto da Davide Lajolo, il mitico Ulisse della guerra di Resistenza sulle colline dell’astigiano. Due punti fermi dell’

I CONTADINI DI BONEFRO

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Ricordi e impressioni di un tempo lontano di Nicola Picchione               Andavano lentamente, appesantiti dalla fatica. Erano seri, senza sorrisi. I loro pensieri avevano mille anni, passavano quasi immutati da padre in figlio come pesante eredità, accorciavano il loro sonno e la loro vita. Raramente si permettevano il lusso di esprimere felicità. Bestemmiavano e le bestemmie salivano al cielo come preghiere. Se la prendevano col padreterno, con i santi, con la moglie, con i figli, con l'asino. Erano suoi padroni la terra col suo peso fangoso e il cielo capriccioso, sordo ai desideri del contadino. Povera e stanca la terra, sfruttata dalle semine continue, alimentata da poco costoso concime, dilavata dalle piogge, continuamente rivoltata come la stoffa dei cappotti.            Una lotta senza fine, quella del contadino. Contro il tempo, contro le innumerevoli vite vegetali e animali che gli contendono nei campi i frutti della sua fatica. Contro il commerciante che passava t