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"Piccolo grande Molise" 3

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Piccolo ma ricco di tutto Tante montagne e tante colline, minute pianure e un ristretto tratto di mare; un’agricoltura e una ruralità, in percentuale, più diffuse che altrove; olio, vino, cereali, ortaggi e frutta e abbondante tartufo, con quello bianco più che in ogni altra parte d’Italia; un ricco passato e tanta cultura; ricche tradizioni, con una cucina all’insegna della semplicità e ricca di mille variazioni sul tema cereali, forno, orto, pescato; la bellezza dei suoi paesaggi e   la memoria della transumanza, dei piccoli paesi. Una Regione che appare come una deliziosa, incantevole Città-campagna Proprio perché piccolo è ancora più prezioso il territorio di questo nostro Molise. Sperperarlo vorrebbe dire rimpiangerlo presto, soprattutto ora che c’è la necessità e l’urgenza di tracciare un percorso, anche se solo un   viottolo, che serve, però, a capire in quale direzione andare e dove si vuole arrivare per dare un futuro ai giovani. Questi nostri figli, che, purtroppo

"Piccolo grande Molise" 2

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Le ali della farfalla Molise Nel libro “la teoria del caos” si legge che   “non si può cogliere un fiore senza turbare una stella” o, anche - come più mi piace pensare - "affascinare una stella". Si dice anche che il minimo battito d’ali di una farfalla, per esempio a Montelongo o a Castelpizzuto, sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo, che so’ in Australia o Nuova Zelanda. La farfalla Molise richiama in me questa metafora e mi porta a immaginare il suo battito d’ali capace di scatenare, non un uragano, ma una voglia di emulazione dei suoi progetti e delle sue realizzazioni, nel momento in cui si decide di fare di una regione, che è piccola e grande insieme, un laboratorio utile al Paese. Partendo dal suo stato di farfalla, cioè sensibilità e fragilità insieme e, come tale, espressione alta di sostenibilità ambientale, per sviluppare, in ogni campo che riesce a esprimere, le straordinarie potenzialità con i risultati a disposizione del Pae

“Piccolo Grande Molise” 1

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 prima parte del mio intervento scritto consegnato alla presidenza dell'incontro di questa mattina al Mario Pagano di Campobasso promosso dall'Associazione ex consiglieri regionali e dall'Associazione stampa del Molise.      Il Molise, anche se con un territorio limitato sotto l’aspetto della superficie (4.438 Km², di cui più della metà (54%) montagne, il resto fondamentalmente colline, visto che le pianure sono tre e molto limitate), è, però, ricco di valori e di risorse. Un vero e proprio scrigno che merita ogni considerazione per le potenzialità che esso può esprimere e, nel momento in cui questo accade, diventare occasione di cambiamento e di affermazione della molisanità, proprio quando essa viene messa in discussione da attacchi provenienti da più parti, la gran parte sconsiderati e puramente propagandistici, alla sua autonomia. Cosa fare per affermare la molisanita’ Sono convinto che il Molise, con la sua autonomia, ha dato quello che poteva dare n

Un Molise di eccellenze

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Sono solo sei i riconoscimenti dop e Igp che vedono protagonista il territorio molisano, di cui solo la Dop “ Molise” Olio extravergine è tutta molisana, le altre cinque sono in comproprietà con altre regioni: il “ Caciocavallo silano ” Dop , con le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; la “ Mozzarella ” e la “ Ricotta di Bufala Campana ”Dop , con Lazio, Campania, Puglia; il “ Salamino italiano alla cacciatora ” dop , con Emilia Romagna; Marche, Umbria e   Abruzzo; una Igp “ Vitellone bianco dell’Appennino centrale ” con Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. In pratica il Molise è terz’ultimo nella classifica delle Regioni, in quanto a riconoscimenti delle nostre eccellenze, pur avendo un paniere abbondante di prodotti tradizionali, cioè di prodotti conosciuti e classificati   da oltre 25 anni, (159 sui 4.813 ad oggi riconosciuti) che lo inseriscono al 12° posto nella classifica delle regioni. C’è un potenziale che è tutto da sfruttare,

OSSERVAZIONI DELLA RETE FATTORIE SOCIALI

AI PSR REGIONALI 2014-2020  OSSERVAZIONI GENERALI     La Rete Fattorie Sociali alle Regioni: più attenzione all’Agricoltura Sociale nei PSR La Rete Fattorie Sociali ha inviato agli Assessori all’Agricoltura delle Regioni le proprie osservazioni e proposte riguardanti i Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020. Le Regioni stanno, infatti, negoziando coi Servizi della Commissione Europea i documenti di programmazione e dovranno apportare modifiche e integrazioni agli schemi iniziali. “Da un esame compiuto dalla nostra Rete – è scritto nella missiva - emerge che il ruolo assegnato all'Agricoltura Sociale nei PSR sembra essere sostanzialmente inferiore a quanto reso possibile dalla normativa UE e dall'Accordo di Partenariato. Sporadiche le misure in cui essa è esplicitamente contemplata ed è del tutto assente una visione organica del ruolo che può essere svolto dall'agricoltura sociale nell'ambito dei PSR”. La Rete Fattorie Sociali ha sollecitato l

Non basta curare la terra bisogna anche conservarla

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Queste sacrosante parole di Papa Francesco ci danno la possibilità di fare qualche riflessione su un incontro, quello di ieri   pomeriggio, che si è tenuto nell’aula magna dell’Istituto Agrario San Pardo di Larino, dei coltivatori molisani con la Syngenta, una delle principali aziende dell’agroindustria mondiale, nata nel 2000 dalla fusione con la Novartis. Multinazionale svizzera impegnata nella produzione degli agro farmaci, che, da poco, ha acquisito anche una società italiana impegnata nel campo delle sementi di cereali, la PSB di Bologna. Ieri, com’è già successo altre volte nel passato, la Syngenta era all’Istituto Agrario a presentare i suoi nuovi prodotti ai coltivatori , giunti numerosi all’appuntamento. Vista l’ora tarda non c’erano gli studenti. Questa multinazionale rientra nella logica di tutte le altre multinazionali dell’agroindustria che,   nel corso degli anni e sull’onda della propaganda della modernizzazione dell’agricoltura, sono riuscite, con la compli

Biogas in arrivo, altro problema per l'agricoltura molisana

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di Giorgio Scarlato Non è l’agricoltura che guarda al biogas, ma quanti sperano di ricavare lauti profitti da questa fonte di energia che produce il “digestato”, per ora, considerato un rifiuto e, come tale, va trattato. Giorgio Scarlato, il coltivatore di Palata, dopo il suo intervento “L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse”, che ha ricevuto particolare attenzione, torna, con le sue puntuali riflessioni, a mettere in evidenza un problema che riguarda l’agricoltura italiana non solo molisana. Giorni addietro ho letto l’intervista fatta dal giornale telematico regionale “Termolionline” all’agronomo dott. Donato Occhionero : “ L’agricoltura guarda al biogas, in arrivo due impianti a Campomarino”. Il settore del biogas, da sempre, ha acceso aspri dibattiti tra favorevoli e contrari ad una tecnica di produzione di gas ed energia che, se non opportunamente regolamentata, può rivoltarsi contro i suoi stessi principi di sostenibilità ambientale. Come ogn