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Verde di smalto traslucido/Il vento dei Frentani

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...oltre la diga Verde di smalto traslucido nei gioielli della mia terra nel tempo fertile che la rese felice conservo negli occhi e nel cuore quel riverbero di luce vera lo cerco nel vento della memoria in un oggi che solo lo riflette vorrei riportarlo qui Lo sognai come gigante, una volta che porta la vita sui fiori Nei tuoi occhi ho intuito lo stesso amore che avevo per lei non era la tua terra ma terra mia che hai saputo amare In te soffia quel vento fecondo che conosce la terra Una distanza apparente che lo sguardo conosce e cancella Verde di smalto traslucido è l'acqua del Biferno giù a valle oltre la diga Nella casa del vento riconobbi mio fratello Il vento dei Frentani ha gli occhi verdi. Barbara Cucini Siena, marzo 2016 Barbara, sposata Margheriti e, come tale, nuora del mio Presidente dell'Ente Mostra Vini-Enoteca Italiana di Siena, è la guida stupenda, magica, innamorata della sua Siena, che io ho conosciuto anni fa e subito diventat

‘Bio unica agricoltura praticabile'

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 L'Italia emerge con circa l'11% di superficie coltivata bio, tra i maggiori produttori al mondo per olivi e viti. Il mercato mondiale del biologico è fortemente in crescita: nel 2014 ha visto un giro d'affari di oltre 60 miliardi di euro. Sono alcuni dati snocciolati nel giorno di apertura del Biofach di Norimberga, subito ripresi da AIAB. Il mercato del biologico in Europa nel 2014 ha continuato a crescere con un +7,6%, raggiungendo i 26 miliardi di euro (quasi a pari merito con il mercato degli Stati Uniti che ha un giro di 27 miliardi e che è il più grande mercato mondiale). Per quello che riguarda le aree coltivate nell’Unione Europea, nel 2014, il 6% sono bio. L'Italia spicca con circa l'11% di superficie agricola coltivata col metodo biologico. Se in termini di superficie destinate al bio emerge la Spagna (1,7 milioni di ettari), l'Italia assume la leadership di estensione di colture produttive con 1,4 milioni di ettari di superfici coltivate a ce

LE IDEOLOGIE

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di Nicola Picchione Non sempre riesco ad evitare , come mi propongo, di scrivere su FB che credo sia una specie di Grand Hotel degli anni cinquanta e non una sede di discussione. Ogni tanto cedo come adesso. Alcune affermazioni brevi ma perentorie su FB- che comunque leggo sempre- sollecitano in me riflessioni sulle ideologie. Una ideologia parte da un'esigenza che sollecita la mente per poi invadere il sentimento, diventare una fede che finisce col dominare la ragione. Nasce com e luce per guidare il cammino e finisce con abbagliare: un'idea che annulla tutte le altre e diventa un ciclope con un solo occhio e con l'udito che ascolta solo se stesso. Le ideologie promettono soluzioni a problemi essenziali, formano sètte organizzate contro altre sètte che seguono altre ideologie. Quelle religiose sono le più rigide, presuppongono verità rivelate e assolute, non discutibili (salvo modificarle servendosi delle ambiguità dei testi ritenuti sacri: non a

Inaugurazione di Piazza Paul Harris a Termoli

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di Franco Cianci   Mi piace innanzitutto ricordare la figura di Domenico Sbrocca, veterinario, nato a Matrice (Cb), res.te all’epoca a Montenero di Bisaccia, padre dell’attuale Sindaco di Termoli avv. Angelo Sbrocca, che fu uno dei fondatori del Rotary Club di Termoli. A lui va preliminarmente il mio messaggio di saluto e di commosso ricordo.   Non posso iniziare questo mio breve, come spero, intervento, se non ricordando la fantastica vita di Paul Harris   - nato a Racine   (Wisconsin), nel 1868 e morto a Chicago il 27.1.47 - che nel febbraio del 1905, insieme a tre suoi amici di varie estrazioni sociali   (un venditore di carbone, un ingegnere minerario ed un sarto) fondò, nella disperata Chicago, dove il segno generale erano la solitudine e la incomunicabilità tra la gente, il Rotary club. Sono passati da allora 111 anni e la strada percorsa è stata intensissima, intricata, piena di successi ma anche di insuccessi e di contrasti. Era in realtà l’America e lo spiri

Ripartire dai legumi per vivere la sobrietà, il domani

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Se avessi la possibilità, non dico di prendere decisioni, ma anche solo di dare dei consigli a chi ne ha il compito, appunto quello di decidere sulle cose che sarebbero da fare per contrastare la crisi di un sistema fallito, direi di giocare prima di tutto sulla corretta informazione e educazione del cittadino, soprattutto dei giovani e giovanissimi, quelli più a rischio di una vera e propria deriva. Suggerirei subito di sviluppare il tema del territorio – questo  bene comune che appartiene a ognuno di noi e dal quale dipende il domani di tutti, che il sistema considera sempre più un patrimonio privato, al pari della nostra salute –  per sottolineare la sua centralità, dopo aver ben spiegato il significato ed il valore che esso sempre più ha. In pratica, arrivare a creare la consapevolezza che il territorio è, oggi, ancor più prezioso di sempre, nel momento in cui viene distrutto e fatto oggetto di scempio da vere e proprie azioni criminali, come il furto di terreni fertili, p

L'agricoltura affossata

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di Giorgio Scarlato Le vicende ormai non più sopportabili della crisi agricola italiana, ormai strutturale, porta a fare un parallelismo con la politica nazionale. Sembra assistere a “quelle maggioranze a geometria variabile” che mentre in politica ed in democrazia potrebbero decretare la loro morte, in agricoltura…, in maniera ovattata, la stanno decretando. Agricoltura affossata grazie a rappresentanti italiani che a Bruxelles non riescono a far sentire la loro voce (afasia italiana?) o perché "nazione suddita" verso la Germania e la stessa UE. Chi dice una cosa e ne fa un’altra; chi, addirittura nasconde o non si interessa ( vedasi l’accordo vergognoso del Brexit, anticipatore del dannoso Ttip); chi, peggio, si sottomette alla sudditanza passiva delle lobby europee ed, insieme, degli USA. A proposito del Ttip (Trattato transatlantico sulla liberalizzazione del commercio e delle garanzie per investimenti), è successo pochi giorni addietro che alcuni

A proposito de "Il principio della rana bollita"

"Discuterne non basta ma è già un passo avanti", scrive Nicola Picchione a chiusura del suo commento. E allora, dico io, discutiamo per non rassegnarci ma per ribellarci alla situazione del momento. Solo così possiamo uscire da questo "buco nero". (pdl) Forse ci troviamo nella condizione del medico che riesce a fare la diagnosi ma non la terapia. Bisogna non rassegnarsi ma come? Come uscire dalla trappola, dall'assedio? E quanti sono veramente convinti di dover trovare una soluzione? Ora ho scritto una lettera di protesta alla Telecom ma so che anche se cambio gestore avrò il medesimo trattamento. Siamo entrati in un buco nero che per ora non ci permette di uscire. Non ho soluzioni se non teoriche: la "società civile"? Quale è? Scegliere significa non solo avere più possibilità ma anche avere la consapevolezza (la conoscenza) delle varie vie che ci sono davanti. Non teoriche ma reali. Il problema non è solo della rana bollita (e dunque molti non