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L’OLIVO E IL SUO OLIO, UNA VALIDA CURA PER IL CLIMA SEMPRE PIU’ MALATO.

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Alla COP22, la Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite, che c’è stata in questo mese di novembre a Marrakech, in Marocco, per dare seguito alla conferenza sul clima di Parigi dello scorso anno, l’olivo con il suo olio extravergine e vergine, è stato, grazie al COI, Consiglio Oleicolo Internazionale, un grande protagonista per i suoi benefici effetti sul clima.   A dimostrare gli interessanti risultati di una ricerca c’era l’agronomo Franccesco Serafini, capo del Dipartimento D del COI, l’Istituzione massima dei paesi olivicoli. Risultati riferiti agli effetti positivi della produzione di olio. Un bilancio fortemente attivo visto che il chilogrammo e mezzo di CO2 necessario per la produzione d i un kg di olio, viene compensato dal prelievo dell’oliveto dall’atmosfera di ben 10 Kg. di CO2. Uno straordinario contributo alla necessità di mitigare gli effetti nocivi del gas serra nell’atmosfera. Basta un oliveto semi-intensivo, curato con

I promoter degli oliveti superintensivi in Italia

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Quali e quanti risultati hanno portato, per i redditi degli agricoltori, le soluzioni delle grandi multinazionali? Meno pubblicità e più dignità al ruolo che deve svolgere, se si vuole davvero dare basi e forza all’olivicoltura di domani Quello che dà fastidio dei sostenitori degli oliveti super intensivi è che si trasformano – non so quanto a loro insaputa – in veri e propri promotori pubblicitari di queste nuove forme d’impianto. Raccontano – lo sottolineano con forza – che danno qualità e, con essa, anche più quantità; permettono la piena meccanizzazione e una riduzione della presenza dell’uomo; danno una sicura risposta di reddito all’olivicoltore, che, suo malgrado, fino ad ha subito lo strapotere degli altri interlocutori componenti della filiera dell’olivo e dell’olio. In pratica dicono le stesse cose che sono state dette tutte le volte che una multinazionale ha pensato di promuovere i suoi semi, le sue varietà, i suoi antiparassitari, i suoi veleni e i suoi servizi,

La memoria, territorio di diversità e identità

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C’è un spazio che esprime un colore di tanti colori, emana un profumo di profumi inebrianti e forti e ti fa sentire sapori, ed è quello che si chiama territorio. Uno spazio che ha i confini segnati dallo sguardo, il tuo sguardo, e che è lì, dentro di te, come parte importante della tua memoria. Uno spazio che i venti - come altrove, anche qui arrivano da ogni parte -   alimentano di parole, note particolari per te familiari. Incontro, dialogo, abbraccio, suoni, ballo, canto, unione, racconto, poesia, comunità. Uno spazio che tu segni con i tuoi passi senza contarli perché non c’è alcun bisogno di farlo. Uno spazio che è tuo e degli altri, di tutti quelli che come te ce l’hanno dentro riposto nella memoria. Poi, un giorno, parti e ti allontani e, così, lo spazio che hai lasciato ti appare, lo vedi come fosse la prima volta, lo senti   con i suoi profumi, i suoi colori, le sue parole, i suoi canti. Prima diventa ricordo, poi, col passar del tempo, nostalgia, paura di perdersi, ed è

Referendum: le ragioni di una scelta  

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di Umberto Berardo Diversi istituti demoscopici ci dicono con estrema chiarezza che tra i primi dieci problemi che gli italiani pongono in cima ai loro pensieri non c'è quello della riforma costituzionale, avvertita come una necessità da appena l' 8% dei cittadini. Qualunque persona di buon senso sa che le grandi questioni aperte per il futuro del nostro Paese sono altre. Ormai dal 2008 le priorità risultano essere il superamento della crisi economica causata da un neoliberismo selvaggio e senza scrupoli, la diminuzione e possibilmente il superamento della disoccupazione, la redistribuzione equa e generalizzata del lavoro e della ricchezza secondo criteri di giustizia sociale, la qualità della vita in tutti i suoi aspetti, il superamento della corruzione, della malavita e della delinquenza su tutto il territorio nazionale, la garanzia di   sistemi sanitari e scolastici pubblici, efficienti e ben strutturati.   Abbiamo quasi nove milioni di cittadini nella "pove

Gente, le foto di Nicola Piccchione in mostra a Firenze

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Un insieme di persone che non si correlano tra loro formano una folla: una aggregazione casuale, disomogenea. Un insieme di persone con un programma comune è costituito da gente: al contrario della folla, forma una squadra che ha più valore della somma dei singoli individui dovuto alla relazione tra le persone come il cervello ha più valore della somma delle sue cellule in virtù delle numerose connessioni. Questa mostra è una piccola cronaca di gente che si trova ad affrontare insieme un problema. Oggetto della mostra - in tre quadri- sono alcuni problemi tipici della nostra società: - Gay Pride : la manifestazione porta all'attenzione la richiesta di diritti ritenuti ancora non del tutto riconosciuti. Malgrado il modo prescelto, spettacolare e a volte carnevalesco, non c'è allegria su quei volti. Alcune immagini cercano di richiamare l'attenzione su un conflitto sociale ancora persistente. - Corri la vita : la gente si riunisce per impossessarsi almeno pe

Anche gli oggetti parlano se li sai ascoltare

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Era qualche giorno che il computer si sentiva trascurato e quando, qualche minuto fa, l'ho riaperto per andare sul blog, ho visto che ha voluto farmi una sorpresa: 350.001 visualizzazioni delle pagine. Mi piace ringraziarlo, insieme con un a fondamentale protagonista di questo splendido risultato, la mia piccola canon nera, dedicandogli la copertina  Un grazie anche a tutti voi amici che ci rallegrate con la vostra compagnia 

PRESTO UNA LEGGE REGIONALE SULLA TUTELA DELLE TRADIZIONI POPOLARI

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La proposta del Presidente del Consiglio Vincenzo Cotugno.                                 L a Federazione Italiana Tradizioni Popolari presto ad Amatrice…….. La FITP regionale ( Federazione Italiana Tradizioni Popolari ) , si riunisce a Ferrazzano per discutere di atti concreti . L’Associativismo è l’alternativa ad una classe politica dormiente e con poche idee o presa da altro, ritenuto più importante. La FITP, che annovera il maggior numero di gruppi che, a memoria, è l’unica vera tenutaria, insieme ad altre associazioni che hanno lo stesso scopo, della tradizione popolare Molisana ed Italiana, funge da volano aggregativo e da volano di sviluppo e conoscenza ed, indefessamente si prodiga, all’associativismo ed allo sviluppo, alla divulgazione ed alla conservazione di quello che è il vanto della nostra Italia :   l’unicità nella diversità della tradizioni popolari che, sintetizzando, sono l’essenza della vita contadina, di quartiere, di comunità. E, come spesso capita nell’